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n. 58 - Dicembre 2017
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Il tema del simposio
Sicuramente trasmettere e sviluppare nel discente la competenza percettiva è una delle oc-
cupazioni-preoccupazioni centrali di un insegnante shiatsu. Tanto più impegnativa in quanto
lo shiatsu si fonda in modo identitario e predominante sulla percezione tattile, la più ricca
di implicito, arcaica, coinvolgente in una relazione corporea ravvicinata. L’insegnante deve
aiutare il proprio allievo a trasformare quella che è una facoltà in dotazione a tutta l’uma-
QLWj SHU QRQ SDUODUH GHJOL DQLPDOL H GHOOH SLDQWH LQ XQ UDϒQDWR VWUXPHQWR SURIHVVLRQDOH GL
relazione.
Ma che cosa c’è nella percezione? Di solito rispondiamo: il contatto, il sentire, l’ascolto.
Ma: il contatto, il sentire, l’ascolto di cosa? Di chi? Con chi?
/D ULÀHVVLRQH VXO WHPD GHOOD SHUFH]LRQH KD SURGRWWR XQ DJJLXVWDPHQWR GHOOD
prospettiva in cui collocarla.
8QD SURVSHWWLYD q XQ JXDUGDUH GDYDQWL H JXDUGDUH ORQWDQR XQL¿FD XQ FDPSR PHWWHQGR LQ
relazione ciò che vi si trova o vi entra. La prospettiva appropriata, nota, assunta e per così
dire presa a proprio vessillo dal mondo dello shiatsu italiano è, principalmente, quella aperta
da due tra i “numi tutelari” dello Shiatsu: il pensiero cinese antico e Masunaga.
L’esordio del Ling Shu, con la famosa indicazione del
“Radicamento agli Spiriti”
(cit. 1)
come
stella polare a guida del trattamento, nella sua essenzialità e potenza di immagine ci parla
ancora, conserva un’eco delle esperienze originarie da cui è nata: un sentimento di connes-
VLRQH SURIRQGD FRQ LO PRQGR H OH IRU]H GHOOD YLWD 8QD FRP SUHQVLRQH GLϒFLOPHQWH ULSURSR-
nibile, nei medesimi termini, nella nostra odierna realtà, in cui quella percezione di unità si
è da tempo rifratta, sfrangiata in molteplici dimensioni ed ambiti di conoscenza.
Parlava evidentemente ancora però, e fortemente, a Masunaga, se riconosciamo nella sua
VSLHJD]LRQH GHO VLJQL¿FDWR GL ,2.$, FLW
XQ YHUR H SURSULR PDQLIHVWR SURJUDPPDWLFR GL
una visione dello Shiatsu come sviluppo di quelle antiche radici.
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persona.
Il Tema
“Radicamento agli spiriti”
, se inteso allora non come approfondimento e interpre-
tazione di conoscenze, ma come attivatore di un recupero più consapevole (e quindi più
comunicabile) della propria personale esperienza di momenti “illuminanti” e trasformativi,
FRQQHVVL DOOR VKLDWVX FL q DSSDUVR FRPH IRQGDPHQWDOH GD SURSRUUH SHUFKp VXSSRVWR IRQGDQ-
te, per ciascuno in modi e contenuti diversi, della propria adesione vitale alla pratica shiatsu.
(VSHULHQ]H FRVu GHFLVLYH GHOO¶LQVHJQDQWH QRQ SRVVRQR QRQ LQIRUPDUH GL Vp LO VXR LQVHJQDPHQ-
to, orientandone qualche aspetto vuoi concettuale, pratico o relazionale.
Posto in questa prospettiva, il lavoro sul tema degli strumenti percettivi si indirizzava piut-
tosto verso l’esposizione (nel caso anche pratica) dei modi, delle attività, dei contenuti
intenzionalmente scelti dall’insegnante per favorire nell’allievo processi autonomi di un “ra-
dicamento agli spiriti“ così inteso.
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Il metodo di lavoro
Una modalità coerente con il tema, con le condizioni e con gli obbiettivi imponeva di non
ricorrere a relatori che informassero e “illuminassero”.
Imponeva anche di evitare una dimensione di confronto tra scuole e indirizzi: i partecipanti
dovevano essere presenti a nome proprio. Dunque occorreva una organizzazione delle atti-
vità in gruppi di lavoro, sostenuti da una introduzione motivante e dalla presenza costante,
in ciascun gruppo, di un facilitatore.