Shiatsu News 69 - dicembre 2022

69 Federazione Italiana Shiatsu Insegnanti e Operatori Shiatsu news - Numero 69 - Dicembre 2022 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale 70% - LOM/MI-4558 UN SALUTO DAL PRESIDENTE CONGRESSO ARTOI FISIEO PERSONALITÀ GIURIDICA LE CASE DELLA COMUNITÀ IL CONTATTO CHE TRASFORMA VIVERE DI SHIATSU VIS FISIEO E PROGETTI LA TIGRE D’ACQUA AUTUNNALE 2023 ANNO DELLA LEPRE D’ACQUA LA MEDITAZIONE I KOAN DELLE POESIE SCATTI D’AUTORE RICETTE PER L’INVERNO DALLA SEGRETERIA

ISCRIZIONI E RINNOVI 2023! L’anno sociale sta per scadere (al 31 dicembre) ricordiamo a tutti i soci FISieo di rinnovare la propria iscrizione, per dare continuità alle coperture assicurative e ricevere l’attestazione di qualità e qualificazione professionale dei servizi resi al cliente secondo la legge 4/2013, garanzia e tutela per il professionista e per i suoi clienti! Sul sito FISieo tutte le info https://www.fisieo.it/schede-21-iscrizione_o_rinnovo

Direttore Responsabile e di redazione: Fabrizio Bonanomi Redazione Shiatsu News e TG FISieo: Teresa Nigro Monica Borio Fabrizio Diem Segreteria: Fabrizio Diem Hanno contribuito: Direttivo FISieo Andrea Mascaro Antinio Palumbo Marco Ingrosso Renato Zaffina Nadia Cassol Gianni Toselli Sabina Mannucci Marie Rascoussier Luciano Valerio Cristina Lo Giudice Vincenzo Bonaventura Carlo Di Stanislao Daniele Arnaldo Giorcelli Comitato Scientifico Tecnico Engaku Taino Alessandro Rovelli Laura Elisa Rosato La redazione ringrazia tutti coloro che hanno collaborato alla buona riuscita di questo numero. redazione@shiatsunews.com www.shiatsunews.com Segreteria di redazione: segreteria@shiatsunews.com Pubblicità: inserzioni@shiatsunews.com Abbonamenti: abbonamenti@shiatsunews.com Edito dalla Federazione Italiana Shiatsu Insegnanti e Operatori P.zza San Cosimato, 30 - 00153 Roma tel. 06 44258487 - fax +39 178 2203735 - www.fisieo.it Progetto grafico e Impaginazione: La Redazione In copertina: Cartolina finnica di Alessandro Rovelli Foto di PublicDomainPictures da Pixabay: pagina 2, 10, 31, 40, 41, 42, 43, 44 Immagini pagina 29, 45: https://freedesignfile.com/ Stampa: Rotomail Italia S.p.A. Strada Rivoltana (SP 14), 12/AB 20052 Vignate (MI) Aut. Trib. di Milano n. 113 del 24.02.2003 - Poste Italiane S.p.A. - Spedizione in abbonamento postale 70% - LOM/MI-4558 Shiatsu news - n. 69 - Dicembre 2022 - Edizione web - www.shiatsunews.com Federazione Italiana Shiatsu Insegnanti e Operatori pag. 3 Congresso ARTOI, il Direttivo pag. 4 Un saluto dal nuovo Presidente, Andrea Mascaro pag. 6 FISieo è Personalità Giuridica, Antonio Palumbo pag. 8 Le case della Comunità, Marco Ingrosso pag. 12 Professionisti dello Shiatsu, Il Direttivo pag. 13 Il contatto che trasforma, Renato Zaffina pag. 14 Di Shiatsu non si vive? Nadia Cassol pag. 16 VIS FISieo idee e progetti, Gianni Toselli pag. 18 Tigre d’Acqua autunnale, Marie Rascoussier pag. 24 2023 anno della Lepre d’Acqua, Marie Rascoussier pag. 30 La Meditazione, Luciano Valerio e Cristina Lo Giudice pag. 32 Un ringraziamento a Vincenzo Bonaventura, Renato Zaffina e Vincenzo Bonaventura pag. 34 Spazio Libri, la Redazione pag. 36 I nuovi Koan caso 26, Engaku Taino pag. 38 Scatti d’autore Inverno, Alessandro Rovelli pag. 40 Alimentazione autunnale, Laura Elisa Rosato pag. 42 I preziosi Azuki per l’Inverno, Lena Tritto pag. 46 Dalla Segreteria, Teresa Nigro pag. 48 Un saluto dal Coordinatire Regionali, Luciano Ardesi pag. 49 Dalle Regioni, Nadia Cassol, Valeriano Pozzebon, Valeria Rossi N. 69 - DICEMBRE 2022 Lena Tritto Teresa Nigro Luciano Ardesi Valeria Rossi Valeriano Pozzebon Nadia Cassol Massimo Beggio Stefanie Kimmich Andrea Mascaro Renato Zaffina Antonio Palumbo

DALLA FISIEO, DA TUTTI I SUOI ORGANISMI E DALLA REDAZIONE DI SHIATSUNEWS Buon Natale e felice Anno nuovo

CONGRESSO ARTO I 2023 3 Shiatsu news n. 69 - Dicembre 2022 CONGRESSO ARTOI WORLD CONGRESS INTEGRATIVE MEDICINE AND HEALT La FISieo è stata invitata dal Professor Massimo Bonucci, Presidente ARTOI, al 2end World Congress Integrative Medicine and Healt, che si svolgerà a Roma dal 20 al 23 settembre del 2023. La FISieo darà il suo contributo in collaborazione con APOS e COS. Alcuni obbiettivi dell’ARTOI, trovano vicinanza con i nostri progetti nei sistemi di cura e nel campo della Medicina integrata, che ci vede già impegnati in numerose esperienze. Lo shiatsu ha un ruolo fondamentale nella relazione di cura con modalità collaborative, sviluppando capacità di cura di sé e contribuendo alle situazioni di esperienze integrate con trattamenti medici, aiutando la persona in trattamento, a sentirsi ascoltato e sostenuto, sperimentando momenti di benessere e favorendo processi salutogenici che rigenerano costantemente le capacità di adattamento del soggetto. Ci pare quindi importante che in campo medico-sanitario si consideri l’utilità dello shiatsu, affiancando le terapie mediche anche in situazioni quali quelle proposte in questo Congresso. dal Direttivo FISieo

DAL PRES I DENTE 4 Shiatsu news n. 69 - Dicembre 2022 Questo è il mio primo articolo nella nuova veste di presidente e ne approfitto per dire che sono veramente onorato per la fiducia che mi è stata accordata. Parlo di fiducia perché penso che gli anni che ci attendono saranno molto impegnativi dal punto di vista della salute, che sappiamo essere il nostro terreno di gioco. Prima di tutto perché il lungo e drammatico periodo che abbiamo attraversato sta lasciando degli strascichi (long Covid, reazioni avverse, stress post traumatico, per usare il linguaggio maggiormente diffuso oggi) che, ci dicono, si continueranno ad avvertire ancora per molto tempo. In secondo luogo poi, non certo per importanza, perché questo lungo trauma ha letteralmente messo la paura-della-morte a dirigere l’orchestra, sia a livello individuale che a livello istituzionale, e molte decisioni prese, anche politiche, devono ancora essere riassorbite e soprattutto ci sarà da capire come. Inoltre sullo sfondo della salute troviamo sempre la scienza, dal momento che ultimamente vengono considerate gli unici lati della stessa medaglia, pur sapendo, come vedremo tra poco, che non è così. Pertanto, in definitiva, occupandoci noi di salute e promuovendo la scienza dello shiatsu, non possiamo non metterci la coscienza, oltre che la nostra di scienza. Ma come? Continuando a fare quello che abbiamo sempre fatto, anche se probabilmente questo biennio ha messo in discussione molte delle nostre certezze, cercando di farlo però avendo maggior autorevolezza e ancora maggior professionalità. Per fortuna, o per lungimiranza, la FISieo ha intrapreso, ormai da anni, un grosso lavoro sull’identità e la professionalità dell’operatore Shiatsu. Tutti i lavori coordinati dal professore Ingrosso, infatti, vanno in questa direzione. E gli spunti che lui stesso ci ha dato sono chiari e rappresentano una solida base razionale dalla quale possiamo muoverci, e già lo stiamo facendo: uscire dalla nostra autoreferenzialità, sia nel linguaggio che nell’efficacia dei nostri trattamenti, e trovare di conseguenza una crescente legittimazione nel mondo della salute. Quindi per farlo dobbiamo continuare a crescere, sia come operatori che come professionisti. Ma quando una comunità è in cammino è anche fisiologico che ci siano andature diverse, per cui quello che dobbiamo trovare insieme è l’aggregante comune in questo cammino, cosicché ognuno possa sentirsi lucidamente parte del tutto ma senza affanno. UN SALUTO DAL VOSTRO PRESIDENTE

DAL PRES I DENTE 5 Shiatsu news n. 69 - Dicembre 2022 E quale potrebbe essere questo aggregante comune? Poiché abbiamo detto che il terreno di grande confronto, speriamo non di scontro, è diventato ormai la salute, ora molto più che in passato, il senso comune potrebbe arrivare proprio da come noi la interpretiamo e quindi come pensiamo di contribuire, in modo originale, al complesso processo che la genera: la salutogenesi. Ingrosso, come sociologo della salute, ci offre elementi anche su questo, esortandoci ad affrancarci dalla definizione tradizionale dell’OMS, che spesso citiamo, e che vede la salute come uno “stato di benessere”, per cominciare invece a concepirla per quello che ormai è assodato essere, cioè un “processo dinamico”. Questo vuol dire che la salute non è perseguibile con un atto semplice (prendo questo e sono in salute), bensì richiede un comportamento complesso, perché l’essere umano è complesso (che non vuol dire complicato). Ed un comportamento complesso si costruisce quotidianamente e dipende da molteplici fattori: nostre aspettative, nostri condizionamenti, nostre ansie, la cultura di riferimento, le condizioni socio-politiche in cui viviamo, ecc. Gli studiosi sono ormai concordi nel pensare che la salute sia un fenomeno che coinvolge all’unisono il piano biologico, il piano fisico e il piano sociale. L’epigenetica per esempio ci insegna che l’ambiente influenza l’espressione dei nostri geni. Addirittura molti antropologi considerano la malattia come una metafora per esprimere un disagio ed una protesta sociale. Quindi in parole povere la salute diventa un cammino di vita quotidiano, che va dal malessere al benessere, andata e ritorno, a seconda di quanta consapevolezza riusciamo a mettere ad ogni nostro passo. La complessità è la nostra parola d’ordine, non quindi la linearità. Sul sito della FISieo infatti leggiamo a proposito di shiatsu: “Una sua caratteristica importante é di avere un approccio globale all’individuo: non si pone come obiettivo solo l’eliminazione dei sintomi e dei disturbi più superficiali ma considera e quindi tratta la persona nella sua totalità, tenendo conto di tutta la sua complessità. ” Quindi dobbiamo impegnarci tutti a crescere nella consapevolezza di ciò che sentiamo di essere, e questo è in primis un lavoro personale, perché in questa crescita mettiamo prima di tutto in gioco noi stessi e se ci sono dei salti evolutivi da fare, e ce ne sono sempre, solo noi possiamo farli per noi stessi. La federazione però creerà lo sfondo necessario e l’ambiente migliore per fornire strumenti ed opportunità per svolgere questo lavoro. Per esempio ha già dato energia, in aggiunta a quanto già sta facendo, ad alcune direzioni: 1. Dare maggiore impulso alla ricerca, così che nutra al meglio la strada della nostra legittimazione, trasformando il gruppo ricerca, già esistente, in una quarta area del Comitato Scientifico e Tecnico, che quindi avrà maggior margine di manovra e di relazione con tutta la federazione, interfacciandosi coerentemente con le altre aree: quella della valutazione, dell’insegnamento e della professionalità; 2. Ha già dato mandato all’Istituto Paracelso del prof. Ingrosso di approntare degli strumenti di “valutazione” del nostro operato, sempre nella direzione della legittimazione, ovviamente più di carattere qualitativo che quantitativo; per questo sono nati i “Diari di salute e di cura”, che vedranno a breve una nuova stagione. Già nostre scuole si sono dotate da molti anni di strumenti simili, e questo perché il loro grande valore, attraverso l’aspetto narrativo ed auto riflessivo, è quello di rendere i riceventi attori del proprio processo di salute, e quindi co-autori del proprio star bene, amplificandolo. Questo potrebbe diventare uno dei grossi contributi che lo Shiatsu potrà dare al vasto progetto chiamato salute; 3. Al fine di consentire con tutti i mezzi possibili la crescita degli operatori, ha potenziato il livello della comunicazione, istituendo un Gruppo dedicato a questo. Nonostante siano veramente tante le cose di qualità che abbiamo fatto finora, ci siamo resi conto che l’informazione non viene veicolata con altrettanta qualità, né al nostro interno né al nostre esterno. Il compito di questo gruppo sarà pertanto quello di armonizzare e implementare il tutto, anche a livello di social dove siamo particolarmente carenti, non che io ami i social, ma poiché la vita sociale ora passa anche da lì, dobbiamo farci i conti. Insomma i lavori continuano e i tempi continuano ad essere sempre più maturi ma anche molto impegnativi, ma forse, proprio per questo, anche particolarmente propizi, perché noi sappiamo che ogni crisi può generare nuova salute. Andrea Mascaro

NOT I Z I E DAL D I RETT I VO 6 Shiatsu news n. 69 - Dicembre 2022 La Prefettura di Roma ci ha notificato il decreto di approvazione datato 21/10/2022 con cui la FISieo acquisisce la Personalità Giuridica. Colgo l’occasione per chiarire gli aspetti burocratici che abbiamo dovuto affrontare, al fine di permettere a tutti di cogliere l’importanza del raggiungimento di questo obbiettivo. In Italia sono previste due forme di persone: le persone fisiche e le persone giuridiche. • La persona fisica ossia una persona che è in grado di intendere e volere e che è responsabile delle azioni che svolge. • La persona giuridica (detta perfetta) è un’entità, un’organizzazione (società o altro) costituita da alcuni soci (che possono essere a loro volta persone fisiche o persone giuridiche) ed è responsabile delle proprie attività ed è governata da un organo dirigente che può essere più o meno articolato. E c’è una netta separazione fra l’organizzazione e i soci che compongono la compagine sociale, sia nelle attività che nelle responsabilità. Esiste inoltre una forma di persona giuridica imperfetta, questa forma riguarda principalmente le associazioni. In questo caso l’associazione esiste (ha un proprio statuto e un proprio codice fiscale), ma per quanto riguarda gli obblighi verso i terzi, l’associazione non viene separata dai propri soci e in special modo dai soci che compongono gli organi direttivi. In sostanza esiste una promiscuità fra l’associazione e i propri organi direttivi. Questa forma viene superata nel caso in cui l’associazione acquisisca la personalità giuridica e solo in questo caso si parla di personalità giuridica perfetta. La personalità giuridica acquisita dall’associazione pone l’associazione nei confronti dei terzi come un interlocutore più “solido” e serio, infatti fra le richieste per ottenere la personalità giuridica ci sono principalmente l’esistenza di uno statuto che segua degli standard qualitativi elevati e una capacità patrimoniale elevata. Quindi per la Federazione è stato un altro passo importante che conferisce a FISieo un’ulteriore elemento di credibilità e pertanto permette di presentarsi a tutti istituzioni, soci e potenziali soci in modo più professionale e autonomo rispetto ai propri soci. Questo iter FISieo lo ha iniziato nel lontano giugno del 2015, anno in cui il direttivo ha chiesto ai propri soci riuniti in assemblea (eravamo a Padova, ricordate?) se desiderassero che la FISieo acquisisse personalità giuridica. I soci hanno deciso di procedere in questo cammino, che è stato lungo perché ha imposto una revisione completa dello statuto e del regolamento interno in cui sono stati salvaguardati tutti gli aspetti sostanziali, ma è stato cambiato dal punto di vista formale per poter essere accettato dalla prefettura. Il nuovo statuto e regolamento interno sono stati approvati durante l’assemblea straordinaria dei soci che si è tenuta nel 2017. Sembrava tutto fatto, ma è arrivata una novità legislativa, la legge 117 del 2017, la così detta “riforma del terzo settore” che ha cambiato le carte in tavola, creando non pochi dubbi ed incertezze dal punto di vista operativo fino a quando non è entrata pienamente in vigore, ossia fino al 2021. A onor del vero alcuni aspetti della riforma del terzo settore (come l’istituzione del Registro Unico del Terzo Settore) sono stati definiti solo dopo il 31/08/2022. Quindi FISieo in questo clima di incertezza ha preferito aspettare che si chiarissero gli aspetti operativi e ha dovuto apportare 2 ulteriori modifiche formali al proprio statuto con l’assemblea Straordinaria del giugno 2022 tenutasi a Montesilvano in presenza del Notaio Trifone. È stato quindi un percorso lungo, ma grazie alla tenacia dei vari presidenti che si sono succeduti (dal 2015 ad oggi si sono succeduti 3 presidenti differenti) possiamo dire di aver raggiunto l’obbiettivo. Oggi FISieo ha una personalità giuridica perfetta!!! di Antonio Palumbo FISIEO ACQUISISCE LA PERSONALITÀ GIURIDICA dal Direttivo notizie

7 NOT I Z I E DAL D I RETT I VO Shiatsu news n. 69 - Dicembre 2022 Prefettura di Roma Ufficio Territoriale del Governo Area IV Quater – Registro Persone Giuridiche Via Stendhal, 1 - Tel. 0667295111/10 pec: protocollo.prefrm@pec.interno.it Competenze: Fondazioni, Associazioni, Enti di Culto Roma, data del protocollo Al Legale Rappresentante della Federazione Italiana SHIATSU Insegnati e Operatori (FISIEO) PEC: fisieo@pec.fisieo.it Oggetto: Federazione Italiana SHIATSU Insegnanti e Operatori (FISIEO) – acquisizione della personalità giuridica mediante il riconoscimento determinato, ai sensi del D.P.R. 10 febbraio 2000, n. 361, dall'iscrizione nel Registro delle persone giuridiche. Si fa riferimento all’istanza intesa ad ottenere, ai sensi del D.P.R. 10 febbraio 2000 n. 361, l’iscrizione nel Registro delle Persone Giuridiche della Associazione in oggetto indicata, costituita in data 10 Giugno 2022, con atto pubblico di Repertorio n. 2157, Raccolta n. 1871, ai rogiti del Notaio Avv. Tommaso TRIFONE. Al riguardo, si comunica che la predetta Fondazione è stata iscritta in data 21.10.2022 nel suddetto Registro al n° 1535/2022. Si rappresenta altresì che, ai sensi dell’art. 4 comma 2 del citato D.P.R., nel Registro dovranno essere iscritte le eventuali modificazioni dell’atto costitutivo e dello Statuto, il trasferimento della sede e l’istituzione di sedi secondarie, la sostituzione degli amministratori, con l’indicazione di quelli a cui è attribuita la rappresentanza, le deliberazioni di scioglimento, i provvedimenti che ne ordinano lo scioglimento o accertano l’estinzione, il cognome e nome dei liquidatori e tutti gli altri atti e fatti la cui iscrizione è espressamente prevista da norme di legge o di regolamento. Inoltre, al fine di permettere la vigilanza e il controllo, poteri attribuiti al Prefetto dall’art.5 del citato D.P.R., sarà necessario che codesta Fondazione trasmetta annualmente una relazione aggiornata della situazione economica e patrimoniale. Il Dirigente (MATTIUCCI) Si prega di rispondere utilizzando l’indirizzo PEC in calce e indicando il numero di protocollo. Prefettura di Roma - AREA IV QUATER - Enti Morali e Culti - Prot. Uscita N.0398449 del 25/10/2022 Firmato digitalmente da: LAURA MATTIUCCI Ministero dell'Interno Firmato il 25/10/2022 13:06 Seriale Certificato: 10250 Valido dal 19/01/2021 al 20/01/2024 TI Trust Technologies per il Ministero dell'Interno CA

SH I ATSU E… 8 Shiatsu news n. 69 - Dicembre 2022 IL PERCORSO DELLE CASE DELLA COMUNITÀ: POTENZIALITÀ E OSTACOLI In questo breve scritto cercherò di illustrare le caratteristiche e le carenze ancora irrisolte delle Case della Comunità, ossia della riforma dell’assistenza socio-sanitaria territoriale prevista dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza e dal DM 77 varato dal Governo Draghi nel maggio del 2022. Nell’attuale fase politica non è ancora chiaro e definito l’orientamento che assumerà il nuovo Governo varato da Giorgia Meloni rispetto a questa riforma strutturale della sanità - ma anche dei servizi sociali - impostata negli ultimi tre anni e su cui sono previsti finanziamenti europei per diverse decine di miliardi. Allo stesso modo non sono ancora definite le applicazioni che le diverse Regioni faranno di queste norme generali – obbligatorie per tutto il territorio nazionale – in considerazione dei diversi punti di partenza e dei diversi orientamenti politici che le Regioni esprimono. Nella parte finale avanzerò alcune considerazioni sul ruolo che gli operatori shiatsu potrebbero avere all’interno dei percorsi costituenti. 1. LA PROSPETTIVA DEL WELFARE DI COMUNITÀ Il termine “comunità” ha avuto in passato poca fortuna nell’ambito degli interventi di welfare italiani, dato che esso veniva associato a forme di convivenza pre-moderne. Tuttavia negli ultimi due decenni la situazione ha cominciato a mutare: infatti il passaggio dall’assetto di Welfare State prettamente pubblico a forme miste comportanti l’inclusione del terzo settore ha costituito un primo passo verso la prospettiva di coinvolgere progressivamente, nella costruzione degli interventi, soggetti “comunitari” no-profit mossi da un’etica solidaristica. L’associazionismo volontario e le imprese sociali hanno così assunto compiti crescenti nella gestione dei servizi, con esiti diversificati. Una seconda spinta si è manifestata successivamente volta a coinvolgere risorse sociali informali - come famiglie, vicinato, associazioni, reti sociali, mutualità, gruppi d’acquisto, forme partecipative di cittadinanza - capaci di sviluppare capitale sociale (ossia fiducia e coesione sociale). In questa prospettiva, gli stessi destinatari degli interventi e le emanazioni associative della cittadinanza sono stati coinvolti nella produzione dei servizi alla persona allo scopo di generare valore, specie in termini di beni relazionali e di coesione sociale, producendo un welfare definito generativo e di comunità. L’introduzione di “Case della Comunità” nelle reti di servizio del welfare italiano (a cui si affiancano, rafforzando il concetto, gli “Ospedali di Comunità”) sembra porsi, nelle intenzioni dei decisori politici, in questo contesto in divenire assumendo il riferimento comunitario come caratterizzante. Essa, inoltre, adotta il termine “Casa”, già utilizzato nel precedente costituito dall’istituzione di Case della Salute (avviate dal Ministro Turco nel 2007), al fine di indicare un luogo di riferimento “abitato” e fatto proprio dalla popolazione circostante. L’adozione del riferimento alle Case, da una parte, e alla Comunità, dall’altra, sembra indicare uno sviluppo e insieme un superamento dell’esperienza delle Case della Salute (CdS) nella direzione di un’accentuata visione sociale e comunitaria della nuova struttura in via di costituzione, nonché di un rinnovato ruolo coordinativo e propulsivo delle istituzioni pubbliche territoriali. 2. INSEGNAMENTI DELL’ESPERIENZA DELLE CASE DELLA SALUTE La più recente rilevazione sullo sviluppo delle Case della Salute e degli Ospedali di Comunità realizzata dal Servizio Studi della di: Marco Ingrosso *

SH I ATSU E… 9 Shiatsu news n. 69 - Dicembre 2022 Camera dei Deputati in vista del PNRR (2021) evidenzia che solo 4 Regioni hanno sviluppato in modo abbastanza diffuso questo modello (Piemonte, Veneto, Toscana ed Emilia Romagna hanno aperto 348 delle 493 censite, mentre altre 9 ne avevano un numero limitato, 8 nessuna). Ancora meno diffusi gli Ospedali di Comunità (163, di cui ben 69 solo nel Veneto). Abbiamo quindi una base di partenza molto diversa nelle varie regioni. Le CdS, dove costituite, hanno avuto il merito di mantenere e rafforzare la struttura delle cure primarie territoriali aggregando i medici di base in poli sanitari maggiormente organizzati. Esse tuttavia dovevano anche sviluppare degli interventi di prevenzione e promozione che sono rimasti in gran parte sulla carta. Alcune regioni (in particolare l’Emilia Romagna) hanno aggregato a questi poli altri servizi (come vaccinazioni, consultori, servizi riabilitativi, servizi di salute mentale e di neuropsichiatria infantile, ecc.) e ambulatori di medicina specialistica. Tuttavia questi poli pluriservizi non hanno funzionato in termini di una struttura coordinata e coesa ma solo come sommatoria di risorse. Era inoltre prevista la partecipazione della cittadinanza e l’aggregazione del terzo settore (in particolare l’associazionismo volontario socio-sanitario), ma ambedue queste intenzioni sono rimaste non attuate per mancanza di personale dedicato e di una direzione di riferimento della CdS. Un altro limite che ci si proponeva di superare è quello della distanza fra l’ambito sociale e quello sanitario, così come le difficoltà di raccordo e di realizzazione di percorsi di cura realmente fluidi fra territorio e ospedale. Queste difficolta persistono in quanto si continua a pensare i servizi come distributori di prestazioni per gli utenti e non come parti di una cura unitaria da ricostruire attraverso collaborazioni multiprofessionali. In conclusione, le attuali CdS costituiscono un primo passo verso una dimensione aggregativa delle cure primarie, ma esse abbisognano di un rilevante ripensamento e ridisegno, in particolare alla luce dell’impatto della pandemia da Covid-19. Tale evento pandemico ha mostrato, per un verso, la rilevanza delle strutture territoriali per impedire il collasso dell’intero sistema sanitario, ma, dall’altro, ha richiesto interventi riorganizzativi urgenti evidenziando carenze strutturali e operative rilevanti. In molte situazioni è mancato un raccordo fra interventi sanitari e quelli sociali pubblici e di terzo settore, con ampie scoperture nell’assistenza alla popolazione anziana e fragile sia a livello domiciliare che nelle RSA. Dove ciò è invece avvenuto, lo si è realizzato grazie ad una rinnovata presenza di amministrazioni locali capaci di coordinare interventi disparati e spesso a sé stanti. Dal ché si può dedurre che senza un ripensamento della governance dei servizi in termini integrativi, difficilmente si potranno raggiungere risultati operativi migliori. 3. PASSI NEL PERCORSO ISTITUTIVO DELLE CASE DELLA COMUNITÀ Le Case della Comunità, come detto, sono state previste dal PNRR varato dal Governo Draghi nell’aprile del 2021. Il Piano si articola in 6 Missioni che potenzialmente hanno diversi intrecci fra loro, in parte previsti dal Piano stesso, in parte da sviluppare nel corso della loro realizzazione. Per quanto riguarda la Missione 6 dedicata alla Salute, si dichiara: «L’attuazione della riforma intende perseguire una nuova strategia sanitaria, sostenuta dalla definizione di un adeguato assetto istituzionale e organizzativo, che consenta al Paese di conseguire standard qualitativi di cura adeguati, in linea con i migliori paesi europei e che consideri, sempre più, il SSN come parte di un più ampio sistema di welfare comunitario.» I principali investimenti sono quelli della attivazione di 1288 Case della Comunità e del potenziamento dei servizi domiciliari. Relativamente alla CdC si dichiara: «La Casa della Comunità diventerà lo strumento attraverso cui coordinare tutti i servizi offerti , in particolare ai malati cronici. Nella Casa della Comunità sarà presente il punto unico di accesso alle prestazioni sanitarie. La Casa della Comunità sarà una struttura fisica in cui opererà un team multidisciplinare di medici di medicina generale, pediatri di libera scelta, medici specialistici, infermieri di comunità, altri professionisti della salute e potrà ospitare anche assistenti sociali . La presenza degli assistenti sociali nelle Case della Comunità rafforzerà il ruolo dei servizi sociali territoriali nonché una loro maggiore integrazione con la componente sanitaria assistenziale.» In seguito il Governo Draghi ha varato, in data 23 maggio 2021, il DM 77 titolato Regolamento recante la definizione di modelli e standard per lo sviluppo dell’assistenza territoriale nel Servizio sanitario nazionale. Esso intende costruire un modello condiviso e omogeneo di assistenza socio-sanitaria sul territorio nazionale superando le attuali marcate diversificazioni regionali. Tale modello fa perno su: a) le Case della Comunità; b) le cure domiciliari; c) l’integrazione sanitaria e sociale; d) lo sviluppo di équipe multiprofessionali; e) la medicina d’iniziativa e la stratificazione della popolazione per intensità di bisogni; f) l’utilizzo di strumenti di telemedicina e telemonitoraggio; g) la valorizzazione della co-progettazione con gli utenti; h) la partecipazione di tutte le risorse della comunità (Comuni, Terzo Settore, pazienti, professionisti). Le équipe multiprofessionali potrebbero costituire uno dei punti di innovazione più rilevanti proposti. Oltre ai medici e agli infermieri, si citano il farmacista, lo psicologo, l’assistente sociale e altre professioni che eventualmente possano assumere il ruolo di case manager. Seguono indicazioni relative alla CdC in cui si afferma che essa: «Costituisce un progetto di innovazione in cui la comunità degli assistiti non è solo destinataria di servizi ma è parte attiva nella valorizzazione delle competenze presenti all’interno della comunità stessa.» Una particolare attenzione è dedicata alle «diverse prestazioni e servizi di telemedicina, quali la televisita specialistica, la teleassistenza, il telemonitoraggio, la teleriabilitazione, il teleconsulto medico, la teleconsulenza medico sanitaria, o la telerefertazione» vista in un’ottica di coordinamento e personalizzazione dell’assistenza. Altri aspetti che aprono diverse prospettive innovative sono i punti della co-progettazione degli utenti e della partecipazione comunitaria. Tali innovazioni dovrebbero comportare

SH I ATSU E… 10 Shiatsu news n. 69 - Dicembre 2022 mutamenti nella direzione delle Case e dei Distretti, e soprattutto promuovere progetti di “sviluppo di comunità” con la partecipazione di tutte le risorse locali disponibili. Si tratta di un compito che dovrebbero affrontare le normative regionali e le realizzazioni locali. Su questi punti è importante che si attivino l’associazionismo e i movimenti di cittadinanza presenti nei diversi territori. 4. VECCHI E NUOVI PROFESSIONISTI Uno dei nodi più spinosi di tale ridisegno dell’assistenza territoriale è costituito dal personale, di cui si stabiliscono delle dotazioni che diversi commentatori hanno trovato incongrue e difficilmente plausibili; ad esempio lo standard di personale di una CdC hub (ossia con maggiori servizi interni) è costituito da: «7-11 Infermieri, 1 assistente sociale, 5-8 unità di Personale di Supporto (Sociosanitario, Amministrativo).» Appare evidente la rilevanza della figura dell’infermiere, che tuttavia si dovrà dividere fra molti servizi obbligatori sia di livello micro che meso, mentre la figura dell’assistente sociale pare del tutto sporadica. Altre figure citate nelle équipe (come lo psicologo) non fanno parte della dotazione. Soprattutto colpisce l’assenza di uno standard per Medici e Pediatri. Lo stesso dicasi per le varie medicine specialistiche e “di comunità” definite “obbligatorie”. Purtroppo si parte con una carenza numerica rilevante sia di medici, sia di infermieri sia di altre professioni. Tale carenza è sia quantitativa (difficoltà di garantire il ricambio e l’immissione in ruolo) sia qualitativa (ossia di preparazione, che è ancora di vecchio tipo e non tiene conto delle innovazioni in atto). In ogni caso la nuova figura infermieristica (denominata Infermiere di Famiglia o di Comunità – IfoC) dovrebbe giocare un ruolo chiave. Infatti tale operatore: «- promuove il coinvolgimento attivo e consapevole della comunità, organizzando processi e momenti di educazione sanitaria di gruppo in presenza o in remoto, in collaborazione con tutti i livelli e gli attori sanitari in linea con le indicazioni del Dipartimento di prevenzione e di sanità pubblica; - promuove attività di informazione/comunicazione sia ai singoli sia alla comunità, in collaborazione con le idonee competenze relazionali di linguaggi, format e modalità di interazione in base alla popolazione a cui si rivolge; - svolge attività di counseling infermieristico e contribuisce ad attività di supporto motivazionale per la promozione di corretti comportamenti, al fine di favorire la partecipazione e la responsabilizzazione individuale e collettiva; - valorizza e promuove il coinvolgimento attivo della persona e del suo caregiver; - lavora in forte integrazione con le reti sociosanitarie a valenza sanitaria e con le risorse della comunità (associazioni, volontariato, ecc.), e collabora in team con i MMG, i PLS e gli altri professionisti sanitari; - utilizza sistematicamente strumenti digitali e di telemedicina e teleassistenza.» Viene disegnata quindi una figura molto flessibile ed eteroge-

SH I ATSU E… 11 Shiatsu news n. 69 - Dicembre 2022 nea che dovrebbe andare al di là delle tradizionali competenze sanitarie e coprire molte necessità collaborative, promozionali, informative e relazionali delle CdC e dell’assistenza domiciliare. Per contro spicca l’assenza di figure più chiaramente definite in termini sociali, comunicativi, relazionali e coordinativi come assistenti sociali, sociologi, psicologi, comunicatori. 5. QUALI SVILUPPI? Da quanto detto si comprende come le Case della Comunità e le altre strutture collegate costituiscano la maggiore innovazione progettata nel welfare italiano dopo l’istituzione del SSN nel 1980. Tuttavia il cammino resta ancora molto incerto sia per la complessità del cambiamento previsto sia per le resistenze di varie categorie e ambienti rispetto alla necessità una forte volontà riformatrice di lunga durata. Di qui il rischio è che le innovazioni più rilevanti previste non abbiano le gambe organizzative, professionali e culturali per essere attuate. In particolare, mi pare che emergano almeno quattro focus problematici non adeguatamente definiti e risolti nell’architettura delle Case della Comunità ipotizzate dai documenti costitutivi: a) la questione della personalizzazione e del coordinamento delle cure; b) la questione della rigenerazione e dello sviluppo di comunità, a cui è connessa anche la salute ambientale e comunitaria; c) la questione della governance del Distretto e della CdC; d) la questione della collaborazione fra area sanitaria, sociale e comunitaria, ma anche quella di un riorientamento comune verso un approccio di welfare generativo e di comunità. Ho affrontato questi punti in altra sede (in particolare nell’intervento al Convegno “Verso le Case della Comunità” - https://www.youtube.com/watch?v=1VBw3pS9ZB0 - tenuto a Parma il 15 sett. 2022) e in diversi altri interventi (v. ad es.: Le discontinuità paradigmatiche nella progettazione delle Case della Comunità, in «Sistema Salute», 66, 1) e ad essi rimando per chi volesse approfondire. 6. POSSIBILITÀ DI CONDIVIDERE UN PERCORSO Venendo all’ultimo punto che volevo trattare in questo intervento, mi pongo la domanda se gli operatori shiatsu potrebbero essere coinvolti - e a che titolo - in un processo istituente delle Case. La premessa di base è quella dell’avanzare di una nuova cultura della cura e della salute che sappia fare tesoro di tutte le risorse umane e professionali disponibili. Ovviamente ciò non è scontato, soprattutto è difficile che essa si generalizzi velocemente. Tuttavia è possibile favorirla essendo presenti, in molti modi e forme dentro i processi in corso. Difficilmente ci saranno discontinuità significative senza una partecipazione civica che le solleciti e le accompagni. Il primo spazio in cui è possibile favorire una visione integrata della cura è quello delle équipe multiprofessionali. Tali équipe potrebbero attivare collaborazioni con gli operatori shiatsu (e non solo) per affrontare specifiche tematiche e percorsi di cura, riabilitazione e rigenerazione. Figure chiave sono quelle dei Medici, degli IFoC, degli psicologi che potrebbero stabilire rapporti con gli operatori, una volta stabilita una reciproca conoscenza e fiduciarietà. Un secondo spazio è quello della promozione della salute, una volta che effettivamente si volesse operare con criteri nuovi per favorire la salutogenesi, la cura di sé, la promozione della qualità della vita nella comunità. Qui le figure di riferimento potrebbero essere gli IFoC ma anche i “promotori di salute” specializzati di cui ogni specifica Casa volesse dotarsi. Un terzo spazio è quello della comunità, intesa in particolare come associazionismo e partecipazione civica, sostenuta da iniziative di “sviluppo di comunità” capaci di rafforzare la vicinanza della popolazione, la vivibilità, l’identità, l’inclusione, la coesione sociale. Qui i principali referenti sarebbero le associazioni di volontariato più attive in questi campi o anche dei “promotori di comunità” di cui la CdC dovrebbe decidere a dotarsi. 7. CURA E FRATERNITÀ Per concludere, nel campo del welfare abbiamo bisogno di nuovi indirizzi d’azione e di un rinnovamento delle strutture ispirato da nuovi paradigmi organizzativi, ma anche valoriali capaci di coniugare libertà responsabile, contrasto alle diseguaglianze e azione sociale motivata da un orizzonte di fraternità, intesa come rigenerato orientamento etico-politico che può ispirare l’azione collettiva. Ha scritto E. Morin (2020) nel suo volumetto dedicato alla fraternità: «La fraternità deve rigenerarsi senza posa, giacché senza posa essa è minacciata dalla rivalità». Da parte sua Papa Francesco nella lettera “Fratelli tutti” (2020) ha sostenuto la necessità di affiancare alla libertà e all’uguaglianza la fraternità, come principio politico di convivenza. Egli scrive: «Prendersi cura del mondo che ci circonda e ci sostiene significa prendersi cura di noi stessi. Ma abbiamo bisogno di costituirci in un “noi” che abita la Casa comune.» La cura sociale e sanitaria, affiancate a quella educativa, salutogenica e ambientale, possono costituire dei rilevanti e essenziali medium simbolici di fraternità, capaci di contrastare efficacemente il continuo risorgere delle rivalità e della frammentazione sociale. È tuttavia necessario costruire delle oasi di fraternità (Morin, 2020) in cui creare il senso del “comune destino” e di un “noi” capace di abitare la Casa comune. Oltre alle ragioni funzionali che abbiamo cercato di esaminare, esistono quindi anche delle ragioni etico-politiche che giustificano una inedita prospettiva socio-sanitaria-comunitaria nella progettazione e sperimentazione delle Case della Comunità. Le une possono operare autonomamente o congiuntamente con le altre, ma probabilmente allorché le “ragioni della ragione” e le pascaliane “ragioni del cuore” riescono ad operare sincronicamente, esse hanno maggiori possibilità di superare i numerosi ostacoli e i venti contrari che frenano il cammino! * Già Professore di Sociologia della Salute e Presidente del Laboratorio Paracelso dell’Università di Ferrara

LABORATOR I O PARACELSO 12 PROFESSIONISTI DELLO SHIATSU La FISieo ha avviato ormai da anni una collaborazione con il Laboratorio Paracelso dell’Università di Ferrara, con Marco Ingrosso (Direttore e coordinatore generale) , Enrico Marchetti (Responsabile Laboratorio Linguaggi e Comunicazione) , Pierpaola Pierucci (Responsabile Laboratorio Ricerca e Documentazione e Sperimentazione I) e Pio Enrico Ricci Bitti (Responsabile Sperimentazione II) per un progetto dal titolo “Passi nel cammino di Professionalizzazione dell’Operatore Shiatsu” Il lavoro prosegue, e già è stato messo in evidenza come la FISieo con i suoi operatori, le sue scuole si pongono nei confronti del pubblico, delle persone in trattamento, dei professionisti della salute e della cura, del settore dei media, delle scienze mediche e sociali. Con il Laboratorio Linguaggi e comunicazione si sta lavorando per ripensare il linguaggio, le narrazioni, i concetti, le forme e i canali con cui il mondo shiatsu comunica al pubblico e ai professionisti della cura al fine di rendere la propria comunicazione più comprensibile, più efficace, più condivisa al proprio interno, più esplicativa del percorso di professionalizzazione intrapreso. Altro Laboratorio riguarda il “Diario di salute e di cura” con lo scopo di comprendere l’esperienza vissuta dalla persona-in-trattamento al fine di documentare il percorso compiuto durante il periodo di trattamento dal suo punto di vista. Infine l’esperienza dell’Operatore Shiatsu per favorire l’automonitoraggio e l’autoregolazione nella relazione di aiuto con la persona in trattamento e rendere possibile una relazione con la persona in trattamento l’acquisizione della consapevolezza relativamente ai propri pensieri, emozioni e comportamenti (automonitoraggio), e della capacità di autoregolazione per modulare e sviluppare gradualmente una relazione efficace. Il Direttivo FISieo Shiatsu news n. 69 - Dicembre 2022

LABORATOR I O PARACELSO 13 IL CONTATTO CHE TRASFORMA RIFLESSIONI SUL REPORT DEL LABORATORIO PARACELSO Nei giorni scorsi tutte le socie e i soci hanno ricevuto il Report del Laboratorio Paracelso: “Il contatto che trasforma -Analisi di percorsi di trattamenti shiatsu attraverso la metodologia dei “Diari di salute e di cura”” che rappresenta la prosecuzione di un lavoro che la Federazione sta portando avanti da anni nell’ambito del Progetto: “Passi nel cammino di professionalizzazione dell’Operatore Shiatsu”. Il report è il primo esempio a livello europeo di una ricerca effettuata attraverso i Diari di salute e di cura e il primo effettuato con lo Shiatsu. Abbiamo così ottenuto un’importante documentazione sugli effetti dei trattamenti Shiatsu, progettata, organizzata ed elaborata da un soggetto terzo e di piena affidabilità (Laboratorio Paracelso – Università di Ferrara). Si è ritenuto quindi proseguire l’esperienza della persona in trattamento raccontata attraverso il “Diario di salute e di cura”. Questo progetto ha lo scopo di far scrivere direttamente dalla persona-in-trattamento l’esperienza da lei vissuta, documentando così il percorso compiuto durante il periodo di trattamento dal suo punto di vista. Gli obiettivi specifici saranno quelli di analizzare le motivazioni e i fattori determinanti della scelta, il contesto di salute entro cui si colloca il trattamento, le percezioni, emozioni e comunicazioni durante il trattamento, le valutazioni in corso ed ex-post, l’efficacia percepita del trattamento favorendo l’auto-osservazione del ricevente aiutando il processo di guarigione nel percorso di cura. Questo consente di migliorare un senso di equilibrio, e di capacità di ottenerlo, sviluppando una condizione di interscambio e di coerenza fra le varie dimensioni di salute che facilita la promozione della salute e la cura di sé. Riporto quanto scrive il Professor Ingrosso nel suo lavoro “Verso nuove definizioni di salute e cura del bene comune:” sul piano della formazione alla cura di sé, si può ipotizzare un ascolto e una conoscenza che il soggetto progressivamente elabora su di sé e che si combina con proposte esperte di promozione della salute disponibili. Si tratta di elaborare un “senso di autos” attivo (o di “coherence”, come dice Antonovsky, 1979) stimolato non tanto dal piacere-benessere ma dalla prospettiva del mantenimento in equilibrio adattivo di sé-nel-contesto. Un sé non chiuso, separato, difeso, ma in interscambio con il proprio ambiente relazionale, sociale, ecologico. Tale prospettiva suggerisce di passare dalla guida eteronoma degli esperti all’autonomia relazionale supportata; dall’immagazzinamento di “informazioni sane” ad una giusta attenzione alle trasformazioni sociali e ambientali; dalla prevenzione dei rischi allo sviluppo di competenze di wellness.“ di: Renato Zaffina Shiatsu news n. 69 - Dicembre 2022

SH I ATSU E… 14 Shiatsu news n. 69 - Dicembre 2022 DI SHIATSU NON SI VIVE! MA NE SIAMO DAVVERO SICURI? In occasione di un pranzo informale svoltosi in Veneto tra i soci FISieo è emerso come sia diventato quasi un assioma affermare che dello Shiatsu è impossibile farne una professione. Che si tratti di una convinzione un po’ troppo radicata o che questo sia frutto di tentativi che non hanno prodotto dei risultati sembra acclarato, è evidente che il luogo comune si è fatto molto spazio tra i praticanti. È nata così l’idea di questo articolo, che ha l’obbiettivo di dare voce a quei soci che di Shiatsu ci vivono, eccome, e ne hanno ricavato, oltre ad una professione, anche un sostegno economico di tutto rispetto, capace di eguagliare e a volte superare tanti altri lavori. Come noi tutti sappiamo è molto importante l’intenzione che noi poniamo nel nostro agire, pertanto volgere al positivo i pensieri sabotanti è il primo passo per credere nella nostra pratica. Inoltre per dirigere lo sguardo verso un percorso sempre più professionalizzante è necessario trasformare, come si dice in Medicina Cinese, ed evitare le “stasi” che potrebbero derivare da Mantra negativi, cercando di accompagnare, invece, gli obiettivi con: “come posso fare per…” oppure “quale via mi è più consona per arrivare a…” o ancora “quale strategia è più utile per…” Ho preparato delle domande al fine di riportare l’esperienza di due professioniste che, in questo caso, provengono da due parti diverse dell’Italia, Veneto e Puglia, ma riservandomi anche del tempo per continuare a sondare il terreno di quale sia la realtà e la voce degli Shiatsuka professionisti presenti in tutta la penisola. • Quando hai finito la formazione per operatore shiatsu? • Avevi già in mente di diventare operatore professionista o la decisione è maturata in seguito? Hai perseguito subito questa direzione finita la formazione? • Hai avuto subito riscontro in termini di clientela o hai dovuto trovare delle strategie per farti conoscere, e se sì ci puoi dire quali? • Pratichi solo shiatsu o anche altre discipline? E se lo hai fatto è stato per crescere in termini di professionalità o perché lo Shiatsu ha poco riscontro? • Ti ritieni soddisfatto/a dal punto di vista professionale e del tuo tenore di vita? • Hai qualcosa da suggerire o da dire a chi sostiene che non è possibile vivere con lo Shiatsu? La prima intervista è stata fatta ad Emanuela Battaggia, che svolge la professione di Shiatsuka in Veneto, provincia di Treviso. “Il mio percorso formativo ha visto il completamento di tre scuole diverse, iniziando nel 1998, dapprima come ricevente, ma poi subito come frequentante e praticante poiché il mio primo maestro mi ha permesso di fare esperienza nel suo studio, sotto la sua supervisione, riconoscendo in me la giusta attitudine e spronandomi a perseguire la strada per diventare operatrice. Inizialmente non ero così convinta di fare dello Shiatsu una professione poiché, figlia d’arte nella ristorazione, la famiglia poneva in me le forti aspettative di proseguire la già ben avviata attività. La passione per lo Shiatsu però non è tardata ad arrivare, anzi inizialmente ero combattuta più per le spinte che ricevevo dalla famiglia, ma nel mio cuore la direzione era già chiara. Per 15 anni quindi, decisa a perseguire il mio sogno, dovendo portare avanti di: Nadia Cassol

SH I ATSU E… 15 Shiatsu news n. 69 - Dicembre 2022 degli impegni nell’attività di famiglia ho condotto un doppio lavoro, di ristorazione nella prima parte della giornata e di Shiatsuka nella seconda. La professione di Shiatsuka ha ottenuto immediatamente successo, vuoi perché uno dei primi riceventi a cui ho offerto un trattamento è stato un medico che mi ha subito proposto lo spazio per praticare nel suo studio, vuoi perché per farmi conoscere a chiunque incontravo regalavo il primo trattamento, sta di fatto che non ho mai dovuto pagare per la pubblicità. Così dopo questo lungo periodo di doppia attività ho potuto finalmente dedicarmi esclusivamente ad essere un operatore a tempo pieno. Un altro passaggio sicuramente importante è stato quando, a causa di un grave incidente decido di trattare mio figlio per aiutarlo a riprendersi. Il medico che lo stava seguendo stava per denunciarmi per abuso di professione medica, ma credendo nella possibilità di confronto, gli ho proposto, prima di procedere, di venire lui stesso a provare in prima persona come trattavo mio figlio. Così al posto di una denuncia mi sono trovata con ancora più lavoro in agenda poiché il medico, verificata la mia operatività ha iniziato a pubblicizzarmi. Per quanto riguarda il mio modo di lavorare, non utilizzo solamente lo Shiatsu, non tanto perché da solo non attirava le persone ma perché sono una persona curiosa, nel corso degli anni ho continuato a formarmi per avere maggiori conoscenze e competenze, che applico in modo integrato con lo Shiatsu. A chi continua a sostenere che di questa non se ne può fare una professione mi verrebbe da chiedere quanto queste persone ci credono, come si propongono e se si pongono in modo credibile, poiché bisogna, in primo luogo, credere in ciò che si fa, da qui allora nasce la credibilità del proprio operato e, unendo un ingrediente importante, il coraggio, sono certa che si può raggiungere il proprio obbiettivo. Ecco, io mi ero posta come obbiettivo di poter vivere in maniera autonoma grazie alla professione di Shiatsuka e ad oggi sono pienamente soddisfatta perché ho raggiunto ciò che mi ero prefissata.” La seconda intervista è stata fatta a Milena Latorre, che svolge la professione di Shiatsuka in Puglia, provincia di Brindisi. “Ho frequentato una scuola di Shiatsu MTC e diversi master e seminari monotematici. Quando ho iniziato la mia formazione avevo già in mente di fare dello Shiatsu la mia professione, perché avevo voglia e necessità di cambiare lavoro. Sono diventata operatrice due anni fa e da allora mi sto dando da fare per allargare sempre di più la mia clientela. All’inizio, per trovare i primi clienti, ho condotto una campagna pubblicitaria su Facebook; in seguito altri clienti sono arrivati grazie al passaparola e alle ricerche su Google. Al momento pratico Shiatsu MTC, reiki, riflessologia plantare e coppettazione, ma le attività che mi portano più clienti sono senz’altro lo Shiatsu e la riflessologia plantare. Ho portato avanti la formazione delle altre discipline parallelamente allo shiatsu, per avere più possibilità di intercettare la richiesta di potenziali clienti e per avere più “frecce” al mio arco per aiutare nel modo più adeguato ogni persona che si rivolge a me per stare meglio. Adesso sono ancora in fase di start up (anche a causa del brusco rallentamento portato dalle chiusure durante la pandemia), quindi non sono ancora arrivata ad avere l’agenda piena tutti i giorni, ma so che con un po’ di promozione posso avere più contatti e quindi più clienti. Conosco diversi operatori Shiatsu in Puglia che hanno iniziato anche meno di dieci anni fa e traggono dallo Shiatsu il loro reddito principale. A chi sostiene che non è possibile vivere con lo shiatsu dico che è solo questione di volontà. Se rapportiamo il numero di operatori Shiatsu alla popolazione adulta che avrebbe bisogno dei nostri trattamenti, la bilancia pende fortemente dalla parte della domanda rispetto all’offerta. Perciò bisogna proporsi, farsi conoscere e far conoscere i benefici dello Shiatsu a più persone possibili. In questo la FISieo può senz’altro dare un contributo decisivo” Le due professioniste portano esperienze diverse, innanzitutto per il luogo di provenienza, cosa che, sicuramente, porta a dover differenziare la modalità di proposta dello Shiatsu (anche come pubblicità) ma anche le esigenze di mercato, che si traducono in scelta del tipo di aggiornamento e formazione continua. Un’ulteriore differenza sta anche nelle due esperienze, una pluriennale e ormai ben consolidata e l’altra molto recente, infatti Milena ha finito il percorso formativo nel 2020 e, nonostante la difficoltà subito incontrata a causa della pandemia, la sua determinazione ha permesso di raccogliere velocemente buoni frutti. Queste due diverse testimonianze rinforzano il nuovo assioma: di Shiatsu si può vivere! Certamente se si pensa che una volta terminata la formazione basti appendere l’insegna perché la gente arrivi, forse non siamo sulla buona strada. Sono necessari più fattori per diventare operatore professionista. Il coraggio di provare e riprovare non deve mancare, insistere anche se ci viene detto qualche no, essere osservatori di noi stessi e delle nostre strategie per poter capire se stanno funzionando ed essere disposti anche a prendere in considerazione strategie differenti. Anche un operatore professionista può comunque avere periodi di insicurezza ed allora il valore dello Shiatsu può esserci d’aiuto a ritrovare la centratura. Emanuela, ad esempio, ha una scatola, che vale molto di più di tutti i soldi guadagnati trattando le persone: in quella scatola le persone lasciano delle lettere per lei, in quella scatola ci sono ringraziamenti, vite cambiate, persone sostenute in momenti difficili, quella scatola è il vero compenso per tutto l’impegno che mette nel continuare a portare avanti il suo sogno e soprattutto quella scatola è testimonianza che sì, Shiatsuka professionista si può diventare e ci si può vivere! Per i soci che volessero raccontare l’esperienza di essere riusciti a fare dello Shiatsu una professione, invito a contattarmi via WhatsApp al 347 3052217 oppure via mail a veneto@fisieo.it.

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