I N R I CORDO D I ATT I L I O 10 Shiatsu news n. 68 - Aprile 2022 Oggi siamo qua per ricordare una persona che ha contribuito in maniera corposa, concreta, sostanziosa non solo alla diffusione della nostra federazione ma proprio alla diffusione alla qualità dello shiatsu in Italia. Stiamo parlando di Attilio Somenzi. Ho conosciuto Attilio alla fine degli anni ‘80: era un periodo molto bello, di fermento. Lo shiatsu era presente da poco in Italia, stava crescendo e per crescere aveva bisogno di coesione. La coesione derivata dagli incontri di scambio e di pratica promossi da Attilio, tra operatori di diverse città e background. Andando a Padova con altri colleghi lo conobbi. Era la tipica incarnazione di ciò che differenzia l’apparire dall’esserci. Fisicamente una persona minuta, non si notava tanto, a vederlo camminare l’avresti detta una persona comune. Con il suo tono di voce fermo e pacato arrivava: la sua opinione era pesante. Conoscendolo intuii subito che avevo di fronte una bella persona, di peso, dotato di un sottile ma potente carisma. Questa è l’immagine che ho di lui, una persona che sapeva far accadere le cose senza apparire a tutti i costi. I suoi interventi sempre misurati, giustificati e coerenti. Sapeva leggere le persone e in più di un’occasione mi ha saputo indicare la persona giusta nel giusto ruolo. Negli anni in cui si andava formando la prima federazione, Attilio ha contribuito in maniera precisa a fare in modo che la maggior parte di noi operatori shiatsu fossimo riuniti sotto lo stesso cielo1. Amo usare questa espressione, presa in prestito dal film Hero, del regista Zhang Yimou. Il nostro rapporto ha avuto un andamento discontinuo, mutevole e alternato come lo yin/yang: nel 2010 c’è stato un altro grosso momento di riunione a Bologna. In ogni momento di confronto la presenza di Attilio ha rappresentato l’ago della bilancia e la sua era una presenza reale. La sua scuola è una delle più grandi e attive in Italia e quella che ha maggiormente contribuito alla diffusione dello shiatsu. La sua è una traccia importante e mi piace ricordarlo perché ha saputo esserci e soprattutto per come ha saputo esserci. 1 Con questa frase si traduce il complesso concetto cinese di tiānxià (天下), che indica sia il mondo civilizzato sia il mandato celeste dell’imperatore. La Cina storicamente era divisa in tanti piccoli stati in perenne lotta fra di loro finché, ad un preciso momento storico, uno stato prevalse sugli altri. Attraverso guerre e contese (come si è visto nel film Hero), lo stato Cinese fu riunificato e da quel momento divenne un impero, una unica realtà, chiamata Stato “Ciun” cioè Stato del “Centro”. Sotto lo stesso cielo Il ricordo di Maurizio Parini
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