30 siamo chiedere cosa c’è dietro e sotto tali disagi, come si situano nei modi di vita, nelle emozioni e degli equilibri (o squilibri) del soggetto che abbiamo davanti; ma vi è anche una seconda domanda sociale che si situa sul piano di una nuova ricerca di stili di vita salutari, di modi di essere e relazionarsi con gli altri e con l’ambiente sociale. Si tratta di una domanda più sottile e indeterminata che richiede ascolto e capacità di proposta creativa e collettiva, quella meno facile da generare ma anche quella più potente, come ci insegna la visione olista e promozionale della salute. IL CONTRIBUTO DELLO SHIATSU ALLA SALUTE E ALLA VITA SOCIALE Il concetto di salutogenesi , ossia genesi e rigenerazione delle energie salutari, quando si applica allo shiatsu ci aiuta a ricollocare questa arte e tecnica in una sua dimensione specifica uscendo dall’ambiguità di una presunta concorrenza (o alternativa) alla medicina. È una pratica che può costituire un aiuto, una cura, ma niente affatto in senso medico, piuttosto sia in senso rigenerativo delle risposte autonome dell’organismo e della persona nel suo insieme, sia in senso promozionale delle capacità, risorse che il soggetto, le sue reti, il suo ambiente possono sviluppare e mettere in gioco. In questo senso essa costituisce una pratica che ha un suo spazio, una sua autonomia che può essere presa in considerazione - senza confusione e senza sovrapposizione - anche dai rappresentati delle professioni sanitarie. Per potersi evolvere e approfondire essa deve però costruire un apparato organizzativo e collettivo capace di sostenere le sue competenze, le sue professionalità, dando conto in modo pubblico del suo saper fare e saper essere. Esso deve essere in grado di tradurre la propria tradizione in un nuovo cammino capace di rispettare le sue istanze generative, ma anche innovare i suoi linguaggi e i suoi saperi. Come osservatore attento del contesto sociale in cui esso si situa, provo ad indicare alcune prospettive che possono indirizzare la sua azione: a - la prospettiva della cura di sé Lo shiatsu deve capire meglio i suoi punti di forza, le sue vocazioni. Deve capire a quali problematiche risponde meglio con la sua tecnica, ma deve altresì mantenere le sue capacità ampie ed “eclettiche” per rispondere non “a tutto”, ma piuttosto alle nuove domande che vengono dalla vita sociale e da un pubblico informato che può richiede il suo aiuto, il suo trattamento. Si tratta di non appiattirsi mai in una semplice prestazione legata ad un singolo problema, ma sempre avere davanti una prospettiva di stile di vita, di salute ampia, di cura di sé, di contatto col corpo e con le emozioni profonde, ossia un modo germinale, evolutivo, progettuale e complessivo di approcciarsi alla vita e alla salute del soggetto. In questo senso mi pare che lo shiatsu possa essere una tecnica che non si chiude e conclude mai in se stessa, ma richiede sempre un intervento attivo e un “oltre” da parte del soggetto alla ricerca di un migliore assetto, di una strada di uscita dalle sue maggiori problematiche; b - la prospettiva associativa e della professionalizzazione Vedo molto importante per l’operatore shiatsu quella di vivere una feconda e attiva vita associativa, ma non come difesa e chiusura rispetto alle contraddizioni della vita sociale, ma piuttosto come occasione di domanda, di confronto, di approfondimento, di competenza e quindi di professionalizzazione. È compito della federazione quello di tracciare una via collettiva come sta facendo in questi anni; c – la prospettiva del benessere e dell’etica sociale Abbiamo visto come sia importante la dinamica del soggetto e della sua visione complessiva di salute, di cura di sé, ma lo shiatsu ha molte affinità anche con una visione attiva e reciproca delle relazioni sociali. Vedo molto bene l’importante attività di volontariato e di utilità sociale che viene esplicata al suo interno e che lo porta a confrontarsi con problemi difficili, sofferenze, difficoltà, rinsaldando la sua capacità di offrire aiuto in varie situazioni, con molta flessibilità e adattabilità; d – la prospettiva delle reti di comunità Oggi si parla molto di un ritorno alla vita sui territori, nelle comunità locali, nelle reti sociali di prossimità. Ad esempio si prospettano delle Case della Comunità come nuove aggregazioni di servizi socio-sanitari, ma anche come attivazione di nuovi legami partecipativi. Non vedrei male che lo shiatsu potesse partecipare ad esperienze di questo genere se effettivamente partiranno e se effettivamente avranno la ricchezza relazionale a cui si sta pensando. Tirando le fila del discorso svolto, ritengo che il mondo shiatsu: • deve sapere leggere la fase che si sta aprendo e dare risposte mirate alle domande che stanno emergendo, ovviamente sviluppando le corrispondenti capacità tecniche e professionali necessarie; • deve saper leggere le esigenze soggettive e situarle in un quadro di cura di sé più ampio e consapevole per il soggetto, attivare fiducia e resilienza nella persona in trattamento favorendo la sua vita attiva e piena; • deve continuare a porsi in logiche di reciprocità, comunità e solidarietà sociale. Oggi è forse possibile fare un ulteriore salto di qualità, specie in alcune realtà locali che sapranno leggere questa esigenza riemersa dando risposte creative. In definitiva, la fase che si sta aprendo richiede di lavorare sulle risorse di resilienza, fiducia e ripresa delle persone. È una opportunità che il mondo shiatsu può cogliere diventando agente di cambiamento e aprendo nuove strade al suo operare. Shiatsu news n. 67 - Dicembre 2021 LO SH I ATSU COME AGENTE D I CAMBI AMENTO
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