1 ° CONGRESSO SC I ENT I F I CO 14 Shiatsu news n. 67 - Dicembre 2021 soddisfa a pieno questa ansia di oggettività) ha fatto sì che questo ribilanciamento sia però rimasto sullo sfondo portando ad una sorta di matematizzazione della realtà e, quindi, della salute. Tornando a noi, possiamo in qualche modo affermare che anche lo Shiatsu segua lo stesso iter (osservazione-stimolo-teoria)? Mi verrebbe da dire di sì, solo che le teorie che costruisce lo scienziato dello Shiatsu appaiono diverse da quelle del biologo, che pure studia la vita (bio=vita); ma lo sono veramente? O forse offrono solo delle visioni più estese dello stesso fenomeno osservato? Se ho delle visioni più estese devo anche poter individuare delle regole comuni a queste estensioni dei fenomeni, per esempio, parlando di energia e non solo di materia (molecole). Allora forse dovremmo mettere a fuoco meglio cosa intendiamo per energia e se ci siano delle relazioni con la materia e per farlo ci può tornare utile appellarci a branche della scienza che studiano questo, come la fisica quantistica o la medicina energetica. Insomma, dobbiamo cominciare ad individuare quei principi organizzatori dell’esistenza che rispondono alla stimolazione Shiatsu; le ricadute sul biologico sono evidenti (se un tessuto si sfiamma, si sfiamma) ma dobbiamo chiederci se le strade che vi conducono possono essere tradotte in termini scientifici e, soprattutto, nei termini che possono essere propri della scienza dello Shiatsu. Il Comitato Scientifico Tecnico (CST) della FISieo, che rappresenta la sintesi culturale più alta della federazione in quanto espressione delle sue tre sotto- articolazioni (Insegnamento, Professionalità e Valutazione), è nato proprio con questo obiettivo; cioè ci siamo dotati di un organigramma pensato proprio nell’ottica della scienza dello Shiatsu e della sua definizione. Con gli Stati Generali della scienza dello Shiatsu, che si terranno il 7 e 8 luglio a Parma, tutte le riflessioni elaborate all’interno del comitato stesso investiranno la federazione, cioè, i soci verranno coinvolti nel processo che dovrà portare alla creazione della nostra scienza. L’evento di luglio sarà, quindi, un vero e proprio congresso scientifico, il primo per la FISieo, ma non lo sarà nei termini convenzionali (relatori che parlano della propria esperienza alla platea) bensì diventerà una vera occasione, per molti probabilmente la prima, di cominciare a pensare lo Shiatsu come scienza. Alcuni membri dell’area del CST hanno proposto delle ipotesi di progetto che diventeranno un pretesto per portare la coscienza su questo tema; non sarà fondamentale confezionare uno studio scientifico perfetto, bensì sarà molto più importante confrontarsi, mettere sul tavolo le proprie convinzioni, essere pronti a metterle in discussione o a leggerle dal punto di vista proposto da altri, cominciare a conoscere il linguaggio della ricerca scientifica, individuarne le affinità con la nostra arte ma anche le distanze e cercare soluzioni per colmare queste distanze. Niente verrà calato dall’alto ma tutto dovrà emergere dal basso, verrà stimolata l’intuizione che successivamente potrà essere riorganizzata in termini razionali nuovi ma sempre coerenti con i principi che organizzano lo Shiatsu che pratichiamo. Il congresso di luglio sarà quindi il primo vero laboratorio nel quale il fenomeno Shiatsu verrà osservato da più angolazioni, filtrato secondo linguaggi nuovi ma compatibili con i vecchi, ogni affermazione verrà stressata per vedere se tiene, da lì verranno costruite teorie che andranno a costituire il corpus della scienza dello Shiatsu. Ma stiamo pur sicuri che i lavori non si esauriranno in questo congresso, non è questo il punto, ma diventerà fondamentale che si attivino. Per continuare a camminare a testa alta nel sentiero della salute che va verso il futuro, c’è bisogno che discipline fortemente umane come lo Shiatsu prendano coscienza di se stesse e del proprio potere, nell’accezione di “poter fare”. Limitarci amettere la scienza nello Shiatsu sarebbe, quindi, fortemente riduttivo e rischierebbe di lasciare ai margini ampi campi di sapere dello Shiatsu stesso, sicuramente quelli più originali ed evolutivi e finirebbe col farlo diventare una costola di qualche altra disciplina più diffusa e conosciuta, mentre aprire la strada alla costruzione della scienza dello Shiatsu significa attivare un processo di crescita, di auto-correzione, di influenza sull’ambiente e dall’ambiente. In sintesi, lo Shiatsu va visto come un organismo vivente che impara da se stesso in senso autopoietico. I lavori sono aperti. Andrea Mascaro
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