Shiatsu News 64 - aprile 2020

editoriale Cari lettori, il periodo che stiamo attraversando e vivendo è veramente unico nel suo genere . Di fatto la quasi totalità della popo- lazione mondiale non ha mai vissuto una simile situazione. Per settimane non si è parlato che di COVID-19 e dunque non aggiungo altro sull’argomento se non una affermazio- ne: Crisi non è opportunità. «Scritta in cinese la parola “crisi” è composta di due caratteri. Uno rappresenta il pericolo e l’altro rappre- senta l’opportunità.» Questo traslato ha iniziato la sua ascesa da John F. Kennedy quando tenne un discorso a Indianapolis, il 12 aprile 1959. Il termine wei-chi 危机 in cinese semplificato, kiki in giapponese, è di frequente invocato nei discorsi motiva- zionali insieme all’affermazione non vera che i caratteri di cui è composta rappresentino sia il concetto di “crisi” che quello di “opportunità”. In realtà l’affermazione è mutua- ta dall’errata convinzione comunemente diffusa che i due caratteri significhino uno “pericolo” e l’altro “opportunità”. Molti linguisti considerano questa idea una colorita pseu- doetimologia, poiché chi da solo non significa necessaria- mente “opportunità”. Alcuni linguisti hanno attribuito il successo di questa catti- va interpretazione al fatto di averla a portata di mano come strumento retorico e come “chiamata alle armi” in chiave ottimistica . A causa dell’attrazione esercitata da questa pseudoetimologia, Mair ha suggerito che la sua popolarità sia in parte dovuta al “pio desiderio” (“wishful thinking”). Senza spingerci troppo nel dettaglio, il carattere wei 危 significa “pericolo” , il carattere chi 机(機) significa “te- laio, macchinario, …”, tuttavia 机 viene utilizzato in alcu- ni vocaboli in maniera più astratta, per evocare l’idea di “controllo” (la perdita di controllo di un meccanismo, di una struttura, di un macchinario, di un telaio, mette in crisi), per cui il carattere “crisi ”, deriverebbe dall’idea di un “controllo pericoloso” o di un pericolo nel controllare qualcosa. Nel linguaggio condiviso potrebbe indicare in senso figurato “un momento importante, una situazione particolare, una fase cruciale”, e mai come in questo tempo la definizione è così calzante. Di fatto, la falce che sta mietendo migliaia di vittime, la chiusura di innumerevoli realtà lavorative con centinaia e centinaia di posti di lavoro persi, il grado di ulteriore im- poverimento che spinge una quantità enorme di persone a recarsi al banco dei pegni o alla Caritas per i sussidi ali- mentari, sono alcuni dei risultati tangibili del periodo che stiamo vivendo. Non è il caso di edulcorare la realtà con la retorica “crisi è opportunità” , neppure nel tentativo di ripristinare un qualche controllo. Nella maniera espressiva orientale il carattere “crisi” dun- que ci accompagna lungo un percorso di analisi su come e perché un “meccanismo strutturale economico sociale” possa aver prodotto questo stato di fatto, la cui via di usci- ta prevede delle scelte. A giochi conclusi chi sarà soprav- vissuto e rimarrà, avrà certamente delle opportunità, la più importante penso possa e debba essere quella di cambiare il “meccanismo” stesso, la cui falla di sistema ha portato a una “crisi profonda”. Noi tutti siamo un ingranaggio di questo meccanismo eco- nomico sociale e ambientale, in questo mondo globalizza- to; la vera opportunità è quella di cambiare noi e il nostro sguardo sul mondo per produrre effetti nel sociale e dun- que nel Mondo. Questa è la metafora della “partecipazione” , un ingredien- te da inserire negli spazi aperti fra “crisi e ripresa” . Per quest’ultima necessita del tempo. Buona lettura. 2 Shiatsu n ews n. 64 - Aprile 2020 Fabrizio Bonanomi CRISI E RIPRESA

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