Shiatsu News 62 - marzo aprile 2019
digeribili). Dopo aver sciolto il lievito nell’acqua, impastare gli ingredienti usando le tecniche preferite o tramandate, ma soprattutto impastare con amore; quando si impasta qualcosa usando le mani, quest’ultimo ingrediente risulta di vitale importanza. Lasciare lievitare l’impasto per almeno mezz’ora, dopo di che lavorarlo impastando per qualche minuto, poi dividerlo in due parti e lasciare lievitare anche per 2 o 3 ore a secon- da della forza della farina che si usa. Intanto scolare le cipolle e saltarle a fuoco vivo in olio evo con una foglia di alloro, finché non siano ben caramellate, e sbollentare le foglie di piantaggine in poca acqua per 3-4 minuti. Spianare il primo disco di pasta e adagiarlo su una teglia ben oliata, riempire con le cipolle, le foglie di piantaggine, i pomodorini a spicchi, sale, pepe e, se si vuole, olive nere e peperoncino. Aggiungere il formaggio o la mozzarella, condire con un filo di olio evo. Spianare il secondo disco di pasta e adagiarlo a coprire la focaccia, chiudere i bordi pizzicandoli come faceva la nonna, praticare qualche foro al centro per evitare che la focaccia si gonfi, spennellare la superficie con olio evo e, se si hanno a disposizione, spolve- rare con i semi di piantaggine e sale. Cuocere in forno a 250 gradi per 20 minuti o fino a che la crosta sia ben dorata. Degustare con un buon Primitivo selvaggio, un Lambrusco secco, o uno Chardonnay anche frizzante. Oppure scegliere una buona birra IPA. ETNOBOTANICA DI GERMANA SCAFETTA “Erbacce” comuni, che nascono ai bordi delle strade o su sentieri di terra battuta, più o meno anonime, ma resisten- ti e caparbie: un’antica leggenda narra di una fanciulla che aspettò talmente a lungo il suo amato lungo la strada che gli dei, impietositi, la trasformarono in piantaggine. Era nota agli antichi con un nome magico di origine gre- ca: Arnoglossa, “lingua di ariete”, poiché rappresentava al- legoricamente il segno dell’ariete. L’antica medicina cinese ha sempre tenuto in alta stima e considerazione la piantaggine, così come gli antichi Greci e Romani. Temisone di Laodicea, fondatore della scuola me- todica di medicina nel I sec. a.C., le dedicò un trattato, il “De plantagine”, purtroppo non pervenuto. Già Alessandro Magno e Dioscoride (I sec. d.C., De materia medica) attribuivano alla piantaggine poteri curativi contro le ulcere, per fermare le emorragie e cicatrizzare i tagli e le ferite, contro i morsi dei cani, le infiammazioni e la dissen- teria. Ma anche per gli epilettici, gli asmatici e coloro che soffrivano di piaghe in bocca. Il succo delle foglie era usato per il mal d’orecchie e per dare sollievo agli occhi. A tal proposito, aggiunge il suo contemporaneo Columella, che si occupava di agricoltura, sarebbe utile creare un collirio mischiando il succo della Piantaggine con del miele estrat- to dai favi senza l’uso del fumo o, in mancanza di questo, con del miele di timo (Columella, De re rustica). L ’elenco di Dioscoride prosegue: la Piantaggine è utile per il sangui- namento delle gengive, bevuta assieme al vino. La radice, inoltre, allevierebbe il mal di denti. Anche Plinio il Vecchio ricorda le sue proprietà cicatrizzanti; infatti descrive il succo della piantaggine fresca come rimedio contro le conseguenze dei morsi di animali selvatici e delle punture dello scorpione e la descrive utile contro il catarro (Plinio il Vecchio, Naturalis Historia). Fu una delle erbe sacre degli Anglosassoni, che la usavano come rimedio universale in caso di febbre, dolori ai reni, morsi velenosi, emorroidi, ulcere, ferite e molto altro. Anche gli antichi Germani la conoscevano, già prima della colonizzazione dei Romani, e la consideravano pianta medi- cinale di alto valore. Dall’antichità al medioevo: tra gli altri impieghi, avendo no- tevole effetto astringente, la celebre Trotula De Ruggiero della Scuola Medica Salernitana, prima donna medico della storia, sosteneva che provocava una riduzione della cavità vaginale, “ut etiam corrupta appareat virgo” in modo da far sembrare vergine chi non lo era più. . ERBE SPONTANEE Shiatsu n.62 - Marzo 2019 40
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