Shiatsu News 62 - marzo aprile 2019

LA PRESS I ONE NELLO SH I ATSU questo motivo è necessario esercitare una pressione cor- retta: se suscitiamo dolore o disagio sulla cute, facciamo altrettanto sull’organo. 1) LA PERPENDICOLARITÀ Per entrare in uno Tsubo, un punto di agopuntura o un altro punto o zona sul meridiano, è necessario portare la pressio- ne in modo perpendicolare al punto o alla zona. La pressione perpendicolare evita lo spostamento laterale dei tessuti che ricevono la pressione con il pollice, il palmo o altro. Con la pressione perpendicolare non stimoliamo la cute come in alcuni tipi di massaggio ma arriviamo in pro- fondità, al cuore energetico del meridiano, e permettiamo al sistema parasimpatico di mantenere la sensazione di ri- lassamento in tutto il corpo e produrre l’effetto su tutto il meridiano energetico che stiamo trattando. Una pressione non perpendicolare sposta i tessuti dell’epi- dermide e attiva il sistema orto simpatico, che non permette al ricevente di rilassarsi, favorendo una sensazione epicritica dovuta all’atteggiamento dell’operatore. Importante è la progressione nell’eseguire la pressione per- pendicolare, che crea la compressione (Jitsu) e la decom- pressione (Kyo): è una sorta di Yin e Yang, quindi i tempi di uscita ed entrata vanno rispettati. La postura dell’operatore è fondamentale, infatti una schie- na inarcata o un addome rientrante non permettono un corretto appoggio al ricevente utilizzando il peso del proprio corpo, quindi non si lavora con Hara. Naturalmente lavorare con una buona postura è necessario, ma qualche volta non possiamo tenere una postura perpendicolare. Lavorando ad esempio sulle braccia, si usa una pressione tipo grasp dove una mano afferra il braccio e dà sostegno e il pollice dell’al- tra preme sul punto; comunque, in questo caso è importante che il pollice o il palmo che preme sia perpendicolare al pun- to o alla zona interessata alla pressione. 2) LA PRESSIONE MANTENUTA COSTANTE Questo è un aspetto di fondamentale importanza, su cui si basa l’esistenza dello shiatsu e senza il quale non si potrebbe parlare di tale arte. La pressione mantenuta costante è la regola principale per un buono shiatsu perché, quando non si incontra resistenza da parte di una zona specifica, il flusso energetico si espande in tutto il corpo. Se, invece, esercitia- mo una pressione istantanea, il corpo assorbe l’energia solo nella zona del contatto. Questa reazione corporea sottolinea ulteriormente l’importanza di saper esercitare una piacevole pressione mantenuta costante. Quando una persona riceve una pressione mantenuta costante, si attenua la sensazione di essere separati dall’operatore e sovente, quando si riceve una pressione corretta, dispiace quando finisce. Negli anni precedenti al riconoscimento dello shiatsu da parte del Ministero della Salute giapponese, si è tenne una fase sperimentale da parte di medici e terapeuti che portò a individuare le caratteristiche profonde che differenziano lo shiatsu da altre terapie come l’Anma. La pressione mantenu- ta costante è risultato l’elemento fondamentale per ricono- scere lo shiatsu come terapia. Secondo la legge giapponese, la pressione deve essere mantenuta costante dai 4 ai 7 se- condi ma su questo argomento ci sono diversi pareri, anche perché non è definito se s’intende dall’inizio della pressione portata gradualmente o dal momento di arrivo sul punto da trattare. Approfondiremo in seguito questo argomento. 3) LA CONCENTRAZIONE (ATTEGGIAMENTO) Per eseguire un buono shiatsu l’atteggiamento dell’operato- re è importante: le norme giapponesi parlano di concentra- zione, ma penso che la traduzione più vicina al loro pensiero sia “atteggiamento”. Per praticare una pressione sostenente, comune a tutti gli stili, l’operatore deve essere vicino al ricevente adottando un tono muscolare rilassato, cioè un atteggiamento protopatico che consenta una pressione corretta portata con il corpo con movimenti spontanei, creando una piacevole sensazione di armonia. Per praticare correttamente, l’operatore deve fare un percorso personale utilizzando esercizi, meditazione o altro, in modo da tenere un atteggiamento che molti autori definiscono “primitivo”. Con un atteggiamento primitivo, l’o- peratore può effettuare una pressione sostenente e profon- da, con una mano avvolgente e un tono muscolare rilassato. Shiatsu n.62 - Marzo 2019 31

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