Shiatsu News 62 - marzo aprile 2019

LO SH I ATSU E . . . LA PRESSIONE NELLO SHIATSU di Roberto Palasciano L a pressione è a mio avviso l’aspetto che maggiormente caratterizza lo shiatsu. Quella che lo rende diverso dai massaggi, che fa sì che la nostra arte raggiunga il suo scopo di muovere nel profondo. In questi anni di studio e di confronto con molti maestri e colleghi, ma anche grazie al lavoro sulla traduzione di diver- si libri originali giapponesi, (in particolare quelli di S. Masu- naga), ho avuto modo di approfondire questo argomento, a proposito del quale mi piace condividere alcune riflessioni con il desiderio di dare valore alla nostra arte e al confronto tra operatori, insegnanti e cultori della materia. In questa serie di articoli, mi propongo di affrontare alcuni aspetti differenti della pressione comune a tutti gli stili di shiatsu, secondo lo stile Iokai e la pressione e l’inconscio con riferimento alla visione macrobiotica. Come scrive Aldo Ricciotti in “Shiatsu Ryu Zo – I principi della cura”: “Ritengo che la pressione si possa definire “di quali- tà” nel momento in cui il ricevente riceve dall’operatore una pressione vicina ai propri bisogni. Più l’operatore è stato abi- le a fornire al ricevente quanto serviva al suo riequilibrio, più siamo di fronte ad una pressione di qualità” . Quindi, ci addentriamo in un argomento delicato ma interessante per tutti gli operatori shiatsu. LA PRESSIONE COMUNE A TUTTI GLI STILI DI SHIATSU La legge giapponese dello shiatsu. Partiamo dalle norme giapponesi che definiscono lo shiatsu: “Lo shiatsu consiste nell’usare solo le mani (trattamento “a mani vuote”), ovvero il pollice ed il palmo dell’operatore, ap- plicando una pressione su una determinata zona del corpo per mantenere e/o migliorare la salute del ricevente, contri- buendo contemporaneamente a contrastare le situazioni in cui non è ancora stato raggiunto uno stato patologico”. Il Mi- nistero della Salute giapponese ha identificato tre regole: la pressione perpendicolare, la pressione mantenuta costante e la concentrazione mentale. Una pressione esercitata in assenza di questi elementi, per le normative giapponesi, non può essere considerata shiatsu. Shizuto Masunaga, nel suo “Manuali di Shiatsu – 1° mese”, aggiunge che la legge non esclude l’uso di gomiti, ginocchia ecc. Le tre regole della legge sullo shiatsu Per esaminare le tre regole fondamentali dello shiatsu, co- minciamo a comprendere come agisce la pressione, rispon- dendo a una domanda abituale dei nostri riceventi: come fa la pressione sulla cute a migliorare eventuali disturbi degli organi interni? Per rispondere a ciò ci viene incontro la medicina occidenta- le attraverso il sistema di riflesso somato-viscerale (o legge di interiorizzazione degli organi e dei visceri). I nervi del si- stema autonomo e le fibre sensitive sono presenti su tutto il corpo; i nervi che controllano gli organi, prima di giungere agli organi che innervano, passano attraverso il midollo spi- nale, dove passano anche le fibre sensitive che provengono da una determinata zona della cute. L’anomalia dell’organo stimola con decisione il nervo (autonomo) connesso e i ner- vi sensitivi che si trovano vicini, così il segnale di anomalia viene trasmesso dalle fibre all’area collegata sulla cute. Per INTRODUZIONE Shiatsu n.62 - Marzo 2019 30

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