Shiatsu News 62 - marzo aprile 2019

SH I ATSU E . . . HACH I R I K I Inizia poi un movimento spiraliforme tracciato in senso ora- rio ascendente obliquo denominato Gyo (fig.24, 25) . A questo segue un movimento spiraliforme tracciato in senso orario discendente obliquo denominato Kai. Si pone poi il palmo della mano sinistra sopra il dorso della mano destra e tenendole così sovrapposte davanti all’ad- dome, mantenendo il piede destro avanti e quello sinistro dietro, si emette il suono “OOOOO ” (fig. 26, 27, 28) . Questo suono ed i suoi movimenti, secondo il Kotodama , sviluppano la pace e l’amicizia. Nell’emetterlo ci si focalizza su Kaden, si trova nel basso addome, visualizzando un cerchio con una linea verticale. Seguono poi Bun e Gou, movimenti spiralifor- mi orari ascendenti e discendenti verticali (non illustrati). A questo punto la sequenza in senso orario è terminata. Ne segue una specularmente identica ma in senso antiorario. Si pone perciò il piede sinistro in avanti e si sovrappongono le mani come per emettere “O” ma invertendo la posizione perciò palmo della mano destra sopra dorso della mano si- nistra. Si emette “EEEEE” focalizzandosi ancora su Kaden e visualizzando un cerchio con una croce all’interno. Questo suono ed i suoi movimenti, secondo il Kotodama, sviluppano il coraggio. Seguono Dou e Sei, movimenti spiraliformi antio- rari ascendenti e discendenti verticali (non illustrati). Infine Hachiriki si conclude con la emissione della “IIIII” che viene effettuata nella posizione speculare (non illustrata) a quella usata per la “A” . L’uso di Inn e Chi (movimenti della “I”) e la sua emissione, secondo il Kotadama sviluppano saggezza. Al termine dell’Hachiriki si ritorna nella posizione della fig. 1 e si emette di nuovo il suono “SSSS ”. Dopo qualche attimo di silenzio la forma è conclusa. Dare una suggestione degli effetti di questa pratica attra- verso uno scritto è praticamente impossibile. Si possono suscitare curiosità ed interesse, ma per “assaggiarne” gli effetti alla fine occorre apprendere ed eseguire a lungo l’Hachiriki.. Non voglio però sottrarmi dall’esprime- re quanto ho sperimentato. Gli insegnanti che preferisco sono quelli che forniscono all’allievo le chiavi per fare un’esperienza senza prede- terminare quale sarà l’esperienza stes- sa, evitando, quindi, di creare una sug- gestione al riguardo. Non ho bisogno di sentirmi dire che cosa mi succederà se farò quanto mi è stato suggerito. Ho bisogno che mi siano dati i mezzi per scoprirlo. Questo crea libertà e crescita della conoscenza perché così facendo è possibile fare scoperte, alcune delle quali coincideranno con quanto hanno scoperto coloro i quali hanno usato gli stessi mezzi precedendomi, ma altre saran- no scoperte nuove ed originali. Dopo circa tredici anni di pratica non posso dire che pra- ticando Hachiriki, come per magia, si siano manifestate le caratteristiche che il Kotodama sostiene si sviluppino: pu- rezza, forza, amore, pace-amicizia, coraggio, saggezza. Que- ste caratteristiche esistevano già in me come in qualunque essere umano. D’altra parte chi mi conosce e frequenta sostiene che in me ci sia stato un cambiamento avvertibile che si può sintetizzare in una maggiore “rotondità, circolari- tà”. Quello che sento è che la pratica dei movimenti a spirale dell’Hachiriki, oltre a d essere naturale e piacevole, a lungo andare ha sviluppato una “spiralità” che si riflette nelle rela- zioni e nei rapporti che tendono più difficilmente a diventare conflittuali. Non sono però venute a meno decisione e forza, solo sono modulate in modo più avvolgente e confortevole. Quindi, in qualche modo, le caratteristiche delineate dal Ko- todama si manifestano in modo inconscio, naturale che è il più profondo e solido. Aggiungo che un’altra maturazione è stata quella della per- cezione dei tre centri: Joden, Chuden, Kaden. Quando termino la pratica di Hachiriki, soprattutto con i suoni, è frequente avere una sensazione vibrante e di grade- vole tepore in quelle zone, sia frontalmente che dorsalmente. Non di rado questo si accompagna alla comparsa di idee, intuizioni o ispirazioni oltre che a pace e benessere. Certo per avere la prova provata, dovrei riavvolgere il film della mia vita, tornare al 2005, non praticare Waraku per tre- dici anni, per poi verificare quale essere umano sarei così. Peccato non sia possibile. Bisogna allora accontentarsi di osservare i frutti che ho descritto, che nascono solo dalla esperienza e dalla pratica. In conclusione esistono diversi strumenti che l’Operatore Shiatsu può utilizzare per il proprio benessere e la propria centratura. Ritengo l’Hachiriki uno dei più validi ed efficaci mezzi da me scoperto e per questo sono contento di aver contribuito a renderlo un poco più conosciuto e, mi auguro, praticato. Shiatsu n.62 - Marzo 2019 29

RkJQdWJsaXNoZXIy ODk0MDk=