Shiatsu News 59 - marzo 2018
39 n. 59 - Marzo 2018 l ’ort ica L’ortica cresce quasi ovunque, all’ombra, e sparisce solo nei mesi più caldi, arricchisce il terreno di ferro e ospita fino a 40 specie di piccoli insetti, compreso delle farfalline, che trovano riparo dai predatori sotto i suoi aculei irritanti. E’ ricca di polifenoli, di ferro, calcio, magnesio, potassio, fosforo, silicio, serotonina, beta-ca- rotene, clorofilla, vitamine C, D e K e vitamine del gruppo B, oltre che di amminoacidi. La sostanza urticante dell’ortica è il prodotto di diverse sostanze chimiche che si accumulano sui peli che ricoprono la pianta, una miscela complessa che comprende acido formico, ista- mina, acetilcolina e serotonina, oltre ad altri composti ancora da identificare. Il ”veleno” contenuto nel fluido che avvolge la sua peluria è urticante ma il calore della cottu- ra inibisce questa caratteristica facendolo ad- dirittura diventare cura contro se stesso. L’ortica è davvero una pianta particolare e Erbe spontanee l’ORTICA di Giovanni Guarini f il rouge L’Ortica Qian Ma un toccasana Un’erba di macchia e di prato mi è cara, che ha nome l’ortica: Per voi, mia sorridente amica un mazzo ne ho dianzi annodato. Quest’erba - io dico in verità - val meglio che menta e genziana, è vai’niglia e maggiorana, è ruta ed erba trinità. Costei non sopporta cultura, ma cresce fra le siepi e i sassi, nè v’ha che in gra- zia l’oltrepassi, quando la è tutta in fioritura. Madonna, l’ortica è una donna ritrosa che sta sospettosa, cui piace la pace; è una rosa che aggrappa e che strappa, Madonna! Vuoisi che non sappia odore, e più che la non serva a nul- la!... Ma questa gli è credenza grulla, calunnia e gravissimo errore… Guido Verona I campi alle ortiche… magari! Le erbe selvatiche che crescono in un cam- po abbandonato, potrebbero essere la cura per la terra, la sua reazione immunitaria alle “energie perverse esterne”, che siano l’opera dell’uomo o del sole, per questo sono preziose anche quando spaventano. l’apparente contraddizione del suo veleno che è anche antidoto, non è l’unico ossimoro che la contraddistingue. Questa pianta officinale è considerata da molti storici erboristi una del- le più preziose, con altissimo potere curativo e ampia gamma di applicazioni, ma la cultura moderna la considera erbaccia da estirpare e la rilega a rappresentare l’abbandono, l’incu- ria e l’inospitalità. In passato è stata presente nella nostra alimentazione oltre che in quella degli animali, ma oggi al massimo fa la com- parsa in una tisana depurante o una lozione per capelli.
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