Shiatsu News 59 - marzo 2018

35 n. 59 - Marzo 2018 Percezione del sé e salute Interocezione, consapevolezza corporea e Teoria e pratica FISieo DIS-CO Il concetto di “dialogo” si materializza pro- prio nel momento in cui il sistema energetico del ricevente (o di colui che riceve un tocco in genere) reagisce al contatto dell’opera- tore, e l’operatore, nello stesso preciso mo- mento, è adeguatamente attento per per- cepirne le reazioni; in pratica la “risposta” rappresenta il momento in cui i due sistemi energetici stanno dialogando in funzione di un contatto fisico. Ma un altro elemento fondamentale è cer- care di comprendere quale sia l’oggetto da percepire. Verrebbe da rispondere: il corpo del ricevente. In realtà mentre tocchiamo “un altro” non lo stiamo percependo diret- tamente, bensì stiamo percependo le nostre reazioni al tocco dell’altro o, come chiarisce bene Fabio Zagato: “…ciò che cambia in noi in certo senso è ‘l’altro in noi’. E questo vuol dire che l’altro non può mai essere esterno a noi, ci piaccia o meno.” [3] Ma quanto detto lo possiamo accostare anche ad uno dei classici del taoismo, il Chuang Tzu, che, con la tipica prosa poetica degli antichi canoni cinesi, in un passo reci- ta: “Se stesso è anche l’altro; l’altro è anche se stesso. (…) C’è davvero una distinzione tra l’altro e se stesso, o non c’è affatto? Che l’altro e se stesso cessino di opporsi, questo è il perno del Tao.” [4] Quindi l’attenzione dell’operatore va rivolta ai cambiamenti che avvengono nel suo si- stema energetico, mentre entra in relazione con un altro sistema. Ma l’esperienza ci insegna che la parte di noi che maggiormente reagisce agli stimo- li è Hara (che in fisiologia occidentale ha assunto il nome di “cervello enterico”, per dimostrare l’importanza che anche la scien- za occidentale sta dando a questa parte del corpo), per cui in conclusione possiamo dire che la pressione Shiatsu crea un’interfe- renza nel sistema energetico del ricevente, che viene tenuta in un range ottimale pro- prio grazie alla capacità che l’operatore ha di percepire le reazioni che avvengono nel proprio corpo a partire da Hara. Ma poi nello specifico, cosa farne di quan- to viene percepito dall’operatore, come tra- durlo o decodificarlo, non può che rientrare nelle logiche e nelle strategie di intervento proprie della sua disciplina di appartenenza, del suo stile, del suo metodo, e via dicendo. In un’ottica di interocezione [2] , che era il tema portante del convegno di Milano, quin- di questa particolare sensibilità, propria del- lo Shiatsu, di cui ognuno di noi, a suo modo e a suo sentire, è testimone, non poteva non trovare ospitalità e anche un certo in- teresse, in vista soprattutto del tentativo di mettere sempre di più e sempre meglio in comunicazione tutte le professioni, sanita- rie e non, che puntano a sostenere la salute dell’essere umano. Il dialogo è aperto! Andrea Mascaro Operatore e Insegnante di Shiatsu Note: [1] Effect of Continuous Touch on Brain Functional Connectivity is Modified by the Operator’s Tactile Attention - Cerritelli F., Chiacchiaretta P., Gambi F. e Ferretti A., pubblicato su Journal of Frontiers in Human Neuroscience 2017. [2] “L’interocezione è la capacità conscia e inconscia di avvertire tutti i movimenti viscerali (bat- tito cardiaco, moti digestivi, temperatura, distensione degli organi cavi, sete, nausea, ecc.), tutte le modifiche metaboliche (pH, O2 ecc.) e tutti gli eventi che si ‘riflettono visceralmente’ (tocco ‘sensuale’ o piacevole ecc.), tenuto conto della dimensione affettiva, emozionale e motivazionale che hanno per noi” (Chiera M, Barsotti N, Lanaro D, et al. La PNEI e il sistema miofasciale: la struttura che connette. Milano: Edra; 2017). [3] Zagato F. I meridiani Shiatsu Atlante - Soggettività della percezione pag. XXIII Milano: Edra; 2015. [4] Chuang Tzu - pag. 23 e 24 Milano: Adelphi; 1982.

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