Shiatsu News 59 - marzo 2018
31 n. 59 - Marzo 2018 shiatsu e scuola Sin dai primi incontri, si è cercato di far interagire tra di loro i bambini dal punto di vista tattile, tenendo in considerazione: - la loro maturità sensoriale; - la fase di sviluppo motorio che caratterizzava il loro presente con le loro ovvie diversità; - questa nuova modalità di contatto/esperienza nell’interagire tra loro. Riguardo lo sviluppo motorio, che riporta il bambino dal primo gattonare, successivamente alla posizione eretta e di nuovo a terra (anche se in modalità e fini diversi), per effettuare un trattamento, è stato fatto un lavoro accurato e rispettoso nelle diverse difficoltà proprie di ogni bambino in questa fase evolutiva della sua vita. Dall’inizio è stata proposta ai bambini una nuova co- gnizione dello stare su un piano orizzontale; cosa a loro nota sin dopo i primi mesi dalla nascita, ma in modalità diversa. Sono stati invitati ad imparare da soli a “giocare col proprio peso”, sbilanciarsi per “cer- care la perpendicolarità”, correggere la propria postu- ra, mantenere sì la “perpendicolarità del gesto tecni- co” ma rilassarsi nella sua esecuzione. Ossia lavorando sulla propriocezione sia in fase dina- mica che statica. Molta attenzione è stata posta, sia all’inizio del labo- ratorio, sia durante lo svolgimento dello stesso, che alla fine, sulla respirazione ed il rilassamento. Sono stati proposti piccoli esercizi e tecniche al fine di otte- nere un maggior rilassamento che ha accompagnato i bambini lungo tutto l’arco dei laboratori. Condizione di rilassamento, che ha permesso loro di esser mag- giormente disinibiti nell’eseguire quanto proposto e raggiungere i risultati voluti. Dopo aver preso confidenza con la sequenza di trat- tamento loro proposta, si è cercato di indirizzare l’at- tenzione dei bambini verso la “consapevolezza dell’a- scolto”. Quindi, una volta acquisita una buona tecnica e con- sapevolezza del trattamento, si è loro proposto, come Masunaga insegna, di fare a meno delle capacità epi- critiche e concentrarsi su quelle prototatiche . Lavoro questo, reso maggiormente possibile data l’età e le peculiarità dei bambini di questa fascia di età. Sono stati quindi invitati a praticare, secondo tecniche apposite, su alcune zone del corpo “su quello che non si vede ma si sente” e quindi imparare a comunicare attraverso il contatto. Si è quindi cercato di passare da una comunicazione unidirezionale iniziale, ad una bidirezionale dove, ad uno stimolo pressorio corri- spondeva una risposta ed un adattamento.
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