Shiatsu News 59 - marzo 2018
28 n. 59 - Marzo 2018 Le ALI del Gabbiano Shiatsu e salute mentale Marcello Cometti U n progetto di volontariato per far entrare la metodica Shiatsu all’interno dei servizi di salute mentale. L’idea approda nell’ambito di Vis-Fisieo, trovando nella struttura Onlus il “contenitore” naturale e fisiologico per poter essere conosciuta e diffusa, magari allargando il proprio bacino geografico di riferimento. Tutto nasce all’incirca quindici anni orsono a Trento, grazie all’idea di Flavio Cattaneo, sti- molato dalla voglia di lanciare un ponte di dialogo e di fattiva collaborazione fra il mondo medico e lo shiatsu. L’idea di fondo era semplice: proporre un progetto di volontariato all’ospedale civile di Trento, offrendo alla struttura sanitaria pubblica la professionalità degli operatori shiatsu per interventi mirati. “Inizialmente, come previsto – racconta Flavio Cattaneo – ci siamo trovati difronte ad un vero e proprio muro di gomma. Un silenzio assordante fece da riscontro alle lettere con le quali spiegavamo i termini della nostra proposta. Fu solo la nostra tenacia ad aprire alla fine una minuscola breccia nella dirigenza della struttura sanitaria, decisione presa proba- bilmente anche… per porre fine al nostro bombardamento di missive: e così ci proposero di entrare come operatori shiatsu nel reparto di Psichiatria. Dopo un attimo di iniziale scon- certo, ovviamente accettammo”. Il progetto “Le ali del gabbiano” nasce così, quasi in punta di piedi, riservato ad un’utenza problematica e fragile come quella psichiatrica, ma non per questo, certamente, meno assetata di un ausilio e rigenerante come quello dello shiatsu. Un progetto che va avanti tuttora con successo, e che ha registrato sino ad oggi oltre un migliaio di interventi. “Facile intuire lo sconcerto iniziale, direi qua- si la diffidenza rispetto al nostro approccio e alla nostra presenza – dice Cattaneo – sia da parte degli infermieri (anche se con qual- che sporadica eccezione) sia da parte della classe medica. Inizialmente abbiamo trat- tato gli operatori soprattutto per far capire loro cosa fosse lo shiatsu, successivamente cominciammo a dedicarci agli utenti. La cosa fondamentale che cercammo di mettere su- bito in chiaro fu che il nostro non era un in- tervento in competizione né in alternativa al percorso terapeutico classico, ma offrivamo un approccio capace di rimettere in moto le energie della persona per metterla in condi- zione di ottenere riscontri positivi dalle tera- pie tradizionali”. Ma qual è oggi lo stato dell’arte di questo pro- getto innovativo, di questa “incursione” dello shiatsu nel disagio mentale e nel settore della sanità pubblica? VIS FISieo f il rouge
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