Shiatsu News 59 - marzo 2018

15 n. 59 - Marzo 2018 approfondiment i Ritengo faccia parte dei modelli introspettivi il porsi il quesito sulle motivazioni, e la do- manda fa il paio con la scelta di intraprende- re una attività rivolta alle persone, ai propri simili, averne attenzione, occuparsi del disa- gio, ambito particolare nel dedalo delle pro- fessioni ed attività. Perché questa scelta? Quale spinta, quale attrazione, quale forza è stata capace di tanto? Domanda doverosa, lecita ed opportuna! Una volta operata la scelta ed intrapreso il percorso dello Shiatsu, ci si imbatte giocofor- za nella necessità di acquisire professionali- tà, o maggiore professionalità. Lo Shiatsu ed il suo percorso, la Via dello Shiatsu, è molto libera ed aperta e dunque ognuno ed ognuno di noi ha potuto adoperarsi per re- alizzare l’itinerario che lo ha portato dove ora si trova. L’energetica ci insegna che vi sono perlomeno tre cardini attraverso i quali appoggiarsi per far ruotare il tempo attorno al quale approfondire la nostra conoscenza: il primo passa dalla fisicità, il secondo passa dalla percezione di cosa la fisicità può espri- mere, il terzo ci può indicare un cambia- mento insieme a promuovere una possibilità di cambiamento. È sempre molto affascinante scoprire come il corpo possa essere letto ed approcciato in funzione del suo modo di essere, in relazione alla postura che assume, e come l’operatore possa dapprima conoscere e poi asseconda- re tutti quegli ambiti attraverso i quali ci si rapporta fisicamente con il ricevente. Quelli che alcune scuole chiamano Katà, altre po- sizioni di trattamento a decubito laterale, o prona ecc., momenti molto importanti ed inte- ressanti capaci di esaltare caratteristiche di opera- tore e ricevente, e nel contempo capaci di affinare tecniche e strumenti caratteristici dell’operatore Shiatsu. Scoprire il corpo, la fisicità, il costrutto architettonico dell’esse- re umano. Fondamentale questo passaggio, che alcune scuole di pensiero chiamano Jing 精 . È indubbio che sin dai primi approcci alla pratica, si percepisca ci possa essere altro di contiguo al gesto. Portare l’attenzione sul momento pressorio, sulla pressione, è di fondamentale importanza dal momento che, oltre a caratterizzare e differenziare lo Shiatsu da altre discipline, pone l’operatore in uno stato di ascolto. Dapprima sul con- tatto, nella sua esattezza esecutiva, e poi oltre il momento pressorio, sino ad arrivare a percepire la vitalità di colui che permette che questo contatto avvenga, il ricevente. Si scopre il mondo del soffio, di quel fluire ar- monico che all’interno di una struttura cor- porea complessa, è manifestazione di vita. Le stesse scuole lo chiamano Qi 氣 . La necessità di scoprire i percorsi di que- sta vitalità, insieme ai suoi crocevia, ai punti d’ostacolo, ai passaggi difficili, permettono di rivestire un corpo fatto di muscoli, arti- colazioni e tendini, con un mantello che ne evidenzia correnti di flusso, collegamen- ti, relazioni esterne ed interne, che spesso sfuggono alla logica del legame diretto. Affinare tecnica ed aspetti percettivi, col tempo e nel tempo porta al saper distingue- re alcune, o anche molte, modificazioni non strettamente correlate alle risposte legate ad una azione diretta inserita in un contesto fisico; per brevità,

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