Shiatsu News 61 - dicembre 2018 - gennaio 2019
42 n. 61 - Dicembre 2018 shiatsu e. . . SHIATSU E Counseling Bioenergetico, una possibile integrazione di Cristina Di Stefano “Essere pieni di vita significa respirare profondamente, muoversi liberamente e sentire con intensità.” Alexander Lowen, psicoterapeuta statunitense, 1910-2008 L’embriologia energetica descritta nel Lingshu ci insegna che esiste una precisa successione per lo sviluppo dei cinque Movimenti che costituiscono l’essere umano e che un evento che interferisca con questa successione può perturbarne il cor- retto sviluppo. Analogamente Lowen postula che lo sviluppo dell’individuo si svolga nel tempo che intercorre dal concepimento a, indicativamente, il sesto anno d’età. Qualunque evento abbia rilevan- za in un momento qualsiasi di questo tempo va a influire su quello specifico momento dello svi- luppo, generando quella che Lowen ha chiamato Struttura Caratteriale. Va ricordato che l’evento principale nella vita di un embrione e poi di un bambino è ovviamente rappresentato dalla rela- zione che instaura con i suoi genitori, o in ogni caso, le figure di riferimento parentali, prima an- cora che eventi ambientali e sociali (perturbazioni esterne) o problemi ad esempio legati alla salute (perturbazioni interne). Ogni Struttura Caratteriale definirà le caratteri- stiche di quel particolare individuo in ogni suo li- vello di manifestazione: la costituzione corporea, la qualità emozionale, la capacità di stare in una relazione affettiva o sociale, le modalità di relazio- narsi con l’esterno, le capacità di autorealizzarsi attraverso il riconoscimento delle proprie quali- tà personali; non meno importante, la quantità di energia che ha a disposizione. Risulta eviden- te l’analogia con le energie dei Cinque Movimenti nella loro manifestazione nell’essere umano. Queste caratteristiche fanno sì che in ogni livello dell’individuo coesistano fragilità e punti di forza, insicurezze e talenti. Nel counseling bioenergetico così come nello shiatsu, il cliente/uke viene sostenuto nell’esplo- razione e nella presa di consapevolezza delle pe- culiarità che lo costituiscono, plasmate sovente dalle abitudini di vita. Quale che sia la tematica iniziale portata in studio, risulta presto evidente come alla radice vi sia un mancato o incompleto riconoscimento dei propri bisogni, ma anche una mancanza di fiducia nelle proprie risorse e capa- cità. Rispetto al percorso seguito, lo shiatsu e il counse- ling bioenergetico possono seguire due strade uesta bellissima frase che Alexander Lo- wen citava molto spesso ai suoi allievi e pazienti, descrive chiaramente la filosofia e l’orientamento del lavoro cui dedicò gran parte della sua vita: il metodo di lavoro corporeo noto in tutto il mondo con il nome di Bioenerge- tica. Ho conosciuto la Bioenergetica verso la fine degli anni ‘90, poco dopo aver completato la mia formazione come shiatsuka e sono rimasta subi- to affascinata, oltre che dal metodo in sé, anche dalle analogie che avvertivo tra Bioenergetica e shiatsu. E proprio allo shiatsu mi dedicai maggior- mente, facendone la mia professione e lasciando alla Bioenergetica il ruolo di percorso di crescita personale. Percorso che è proseguito negli anni, arricchendosi via via di altre discipline corporee. Alcuni anni fa, mi sono resa conto che era giunto il momento di una ulteriore evoluzione professio- nale. Ho, quindi, integrato al mio bagaglio di cono- scenze corporee ed energetiche la formazione in counseling. È opportuno ricordare che il counse- ling è una relazione d’aiuto il cui obiettivo è il mi- glioramento della qualità della vita, sostenendo il percorso di consapevolezza e rivolgendosi esclu- sivamente a tematiche emergenti nel momento presente della persona. Sostenuta da tutta la mia precedente esperienza, ho scelto l’indirizzo bioe- nergetico-gestaltico poiché integra la verbalizza- zione tipica del counseling con esperienze corpo- ree per molti versi simili allo shiatsu. Tra le affinità con lo shiatsu, la prima che si osser- va è la capacità di intendere gli esseri umani come sistemi composti di livelli diversi, perfettamente interconnessi tra loro. Non vi è, quindi, nessuna divisione in settori, bensì una integrità di funzio- ni: la famosa identità funzionale di cui ha molto scritto Lowen e prima di lui Wilhelm Reich, suo terapeuta e maestro. Q
Made with FlippingBook
RkJQdWJsaXNoZXIy ODk0MDk=