Shiatsu News 61 - dicembre 2018 - gennaio 2019

19 n. 61 - Dicembre 2018 ident i tà e prospet t ive volgente ma maggiormente dinamica, evolutiva, operativa. Il tema della comunicazione (del mondo shiatsu verso i suoi interlocutori) è emerso come un pas- saggio rilevante e insieme piuttosto incompiuto. Infatti il pubblico (nella percezione degli operato- ri) è poco informato e poco raggiunto attraverso i canali vecchi e nuovi. Ciò è dovuto alle scarse abilità e “alleanze” di cui si dispone, ma anche alla presenza di un vocabolario poco comprensibile e di tipo “iniziatico”. In molti siti consultati prevale la pulsione a distinguersi dal vicino piuttosto che quella di presentarsi come parte di un mondo che ha qualcosa da dire e da dare. La prospettiva di uscita da tale condizione etero e auto-minoritaria è quella di un’autoriforma del linguaggio, di tro- vare modalità adeguate, che siano comprensibili alle persone di oggi, per dire “in positivo” chi si è e cosa si fa; inoltre, migliorare il possesso degli strumenti comunicativi on line e il contatto coi me- dia; infine, individuare un sistema di alleanze con interlocutori professionali e culturali che possano mediare il rapporto fiduciario con un pubblico sem- pre più ampio e diversificato. Rispetto ad un possibile sistema di alleanze, sono risultati interessanti i dati relativi al riconoscimen- to . Si è visto infatti che gli operatori percepiscono valori bassi per “l’Indicatore di Conoscenza” nei vari possibili interlocutori, mentre invece “l’Indica- tore di Apprezzamento”, in molti casi, è nettamen- te più alto. Ciò vale a dire che alcune categorie, pur conoscendo poco lo shiatsu, hanno un orien- tamento cautamente fiduciario e possibilista verso il mondo shiatsu. Si tratta di trovare i canali e le forme per sviluppare i contatti con questi interlo- cutori professionali e civili. Fra queste forme utili e necessarie vi è quella co- stituita dalle prove di validità, efficacia e sicurezza dei trattamenti. Perseguire questo obiettivo non significa omologarsi ai criteri in vigore nella cosid- detta “medicina scientifica” (ossia le metodologie EBM), ma piuttosto individuare opportune me- todologie qualitative e quantitative che possono documentare il lavoro che si compie innescando ricadute sia interne (riflessione sull’esperienza, formazione, motivazione) sia esterne (possibilità di costituire dossier, di scambiarsi esperienze, di condividere linguaggi e metodi, ecc.). Un punto chiave del metodo shiatsu è quello di costituire significative relazioni di cura con le persone che accettano il percorso del trattamento. Questa dimensione costituisce un punto di forza del metodo. Tuttavia vi è consapevolezza da parte degli intervistati che anche questa dimensione così rilevante deve essere sviluppata e sostenuta. Gli operatori sembrano rendersi conto che non sem- pre le loro capacità dialogiche sono sufficienti ad affrontare alcune situazioni quotidiane, ma tanto più allorché si manifestano problematiche mag- giormente implicanti e difficili vissute dalle perso- ne in cura. In alcuni casi si vorrebbe aiutare il sog- getto a prendersi più cura di sé uscendo da circoli viziosi, in altri si vorrebbe dare un aiuto riabilitante e salutogenetico. Come fare convergere contatto e parola, ascolto emotivo e sviluppo di un proces- so evolutivo? Ogni passo di crescita in questa di- rezione rafforza l’operatore e rende più efficace il suo agire. Ciò significa che è necessario agire sulla formazione: quella di base e quella successiva più avanzata. I dati della ricerca attestano che la formazione di base è oggi mediamente buona e sufficiente- mente estesa. Dovrebbe diventare più omogenea e includere aspetti di tipo gestionale e comunica- tivo già richiamati sopra. Al contrario, la forma- zione in itinere (o aggiornamento) non è sempre ritenuta adeguata. Lo sviluppo dell’autoriflessività sulle esperienze di lavoro, sulle proprie competen- ze comunicative, sulle specificità delle persone in cura potrebbe essere allora una modalità impor- tante da sviluppare nella formazione ricorrente, un “apprendere ad apprendere” che darebbe mag- giore consapevolezza e sicurezza all’operatore. Lo sviluppo e approfondimento delle tecniche proprie del metodo shiatsu dovrebbe, quindi, procedere di pari passo con la strutturazione di uno stile re- lazionale-comunicativo personalizzato ed efficace dell’operatore, basato su competenze e consape- volezze crescenti. Altre indicazioni provenienti dalla ricerca riguar- dano le politiche associative: ci si aspetta, in pri- mo luogo, di continuare sulla strada della legitti- mazione e del riconoscimento, e, subito dopo, di ampliare i contatti con altri gruppi professionali, di sviluppare una definizione comune europea della figura dell’operatore shiatsu, di lanciare campagne comunicative costanti ed efficaci. Si ritiene che la categoria si dovrebbe rafforzare unendo le forze fra diverse sigle associative e avendo degli inter- locutori a livello europeo e internazionale. In tal modo il mondo shiatsu potrebbe fare quel salto di qualità che i suoi aderenti e protagonisti auspicano e ritengono possibile compiere. Sta ora alla dirigenza associativa discutere le prio- rità e i modi possibili per perseguire tali indicazio- ni proseguendo il cammino virtuoso che il mondo shiatsu ha avviato!

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