Shiatsu News 58 dicembre 2017 - gennaio 2018
40 n. 58 - Dicembre 2017 i nuovi koan C Penso che tutti l’abbiano letta almeno durante la frequentazione della scuola, ed è facile im- pararla a memoria. La prima parte, nella quale Leopardi descrive quanto avviene al villaggio nella preparazione del giorno di festa, ho evitato di scri- verla e non la commento per passare direttamente alle conclusioni che trae sul giorno di attesa. In questa si rivolge metaforicamente a uno dei ragazzini che sulla piazzola in frotta e qua e là saltando fanno un lieto ru- more. Lo sollecita a godersi questi momenti, i momenti cioè di aspettativa della festa, perché una volta che la festa sarà arrivata già si penserà al travaglio usato a cui ognuno in suo pensier farà ritorno. Nella parte in cui il poeta dice al garzoncello scherzoso di godere essendo la sua una stagione lieta e soave conclude di non poter dire altro e sperare solo che quando arriverà la sua festa, ossia l’età maggiore, egli possa trovarla soddisfacente. Nella poe- sia del koan ci sono due considerazioni, come in genere avviene in queste brevi poesie. C’è un prendere atto di quanto afferma il poeta e poi la considerazione finale. Forse, avendo scritto queste righe nel pomeriggio potrei essere stato influenzato dalla vista di Fabian, il nipotino, che questa mattina è sbucato inaspettato dalla porta che dà accesso alla nostra stanza. È tornato coi genitori dalla Germania e siccome non lo abbiamo visto da una settimana m’è parso più grande di quando è partito. Così m’è venuto di scrivere che vedi un bambino dopo una settimana e già è cresciuto senza alcuno sforzo. Il bambino non cresce come avviene per chi va in pale- stra a gonfiarsi i muscoli. E nemmeno impara le nuove parole perché le studia su qualche testo o ascoltando i dischi come chi vuole imparare l’inglese: cresce da sé! In tutti i sensi: nel corpo, nei sentimenti, le vie neuronali, la capacità di riconoscere le persone e i cibi... La consi- derazione da trarre da questa constatazione è semplice: c’è solo da godersi lo stato soave e la stagione lieta e il resto, come avviene per un ragazzino, viene da sé. A dirlo è semplice, ma come si fa a realizzarlo? Il poeta dice al fanciullo di godere, ma quello gode anche se non glielo dice Leopardi, mica si mette a pensare al futuro. Invece, una persona grande come noi che non stiamo crescendo più nella maniera spontanea del bambino che sta godendo del suo momento come può farlo? Noi non riusciamo a goderci il nostro momento proprio per- ché a differenza del bambino pensiamo a quello che ci aspetta. Perciò il poeta vuole informare il bambino che domani ci sarà tristezza e noia, perché egli, e così noi, fonda il suo essere soddisfatto, la sua felicità su qualcosa che pensa di ottenere in futuro: quando finirà la scuola, quando troverà un lavoro, quan- do scalerà una certa montagna, quan- do si sposerà, quando finirà i koan, ecc. ecc.. C’è sempre da raggiungere un quando che si pensa apporterà quella felicità che in questo momento non si ha invece di godersi lo stato soave e la stagione lieta che si sta vivendo. Si dovrebbe riuscire a viversi l’esistenza nello stato lieto e soave come se fosse sempre sabato senza at- tendere che venga la domenica, ovvero lo stato del bambino che cresce da sé senza pensare a crescere: dorme quan- do ha voglia, mangia quello che il corpo gli dice di mangiare, impara quanto c’è da imparare. Insomma, nonostante tutte le regole che possono essere loro impo- ste, l’approccio dei bambini all’esistenza è libero se lo si accompagna giustamen- te. Non so chi sia in grado di giudicare come deve essere l’educazione di un bambino, non è questa la sede, ammes- so che ve ne sia una, ma se si riesce a tornare allo stato originario del bambi- no, lasciando che le cose accadano da sé, si saprà godere il sabato per il sa- bato e così il lunedì e tutti gli altri giorni, senza stare in attesa del giorno festivo che verrà. Lo si godrà perché in quell’istante lo si sta godendo, si è in quel istante, che è in sé eterno, senza passato né futuro. In quel modo la domenica sarà in ogni momento. In questi giorni, fra le varie difficoltà che ci sono nell’esistenza quo- tidiana di un paese così male ammini- strato e governato, di fronte alle difficoltà economiche vere e quelle inventate per tenere al laccio i cittadini, s’è parlato del- la richiesta dell’Europa di allungare l’età per andare in pensione. Così, chi aveva previsto una certa data per finire di la- vorare, sarà dispiaciuto di dover postici- pare i progetti che aveva fatto. È giusto chiedere che si rispettino i patti e i con- tratti, nello stesso tempo, nell’aspettativa della pensione c’è l’atmosfera da sabato del villaggio. La pensione è lo stato in cui
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