Shiatsu News 53 settembre 2016

12 n. 53 - Settembre 2016 shiatsu e volontar iato I l progetto Shiatsu nel sociale è nato nel lontano 1997 quando un gruppo di inse- gnanti, assistenti ed allievi di una impor- tante Scuola di Shiatsu, sede di Verona, ha voluto portare lo Shiatsu a persone con dif- ¿FROWj Le prime strutture nelle quali abbiamo svolto il volontariato sono stati: ‡ AGBD (Associazione Genitori Bambini Down) dal 1997 al 2002 ‡ CEOD (Centri educativi occupazionali diurni) dell’ USL di Verona dal 1998 al 2012 con i quali avevamo stipulato convenzioni per consentire ai nostri operatori, che avevano completato la formazione triennale, di fare ti- rocinio e volontariato. Ogni realtà era diversa, con i bambini si an- GDYD GDL SLFFROL GL SRFKL PHVL ¿QR DL DQQL spesso capitava che si dovesse giocare per farsi accettare e poter successivamente fare un trattamento. E’ stata un’esperienza meravigliosa perché i EDPELQL HUDQR PROWR DϑHWWXRVL 0DQR D PDQR che ci incontravamo percepivano il benessere che traevano dai trattamenti, li accettavano molto volentieri. Nei CEOD che ospitavano persone con diverse disabilità si adattavano gli interventi alle capa- cità del ricevente; bastava a volte guardare gli occhi degli ospiti per sentire la loro gratitudine. Si iniziava senza avere aspettative; non sem- pre i cambiamenti erano visibili in modo espli- cito, talvolta i miglioramenti erano molto pic- FROL VXO SLDQR ¿VLFR VL QRWDYD XQ ULODVVDPHQWR PXVFRODUH XQD DWWLYD]LRQH GHJOL V¿QWHUL HϑHW- ti lenitivi, e comunque si creava una condizio- ne di benessere. Porto l’esperienza fatta con un ragazzo, F., ospite di una struttura: camminava sempre accucciato, non perché non potesse stare in posizione eretta; era come se si sentisse schiacciato dal mondo. La UHDOWj FKH JOL VWDYD LQWRUQR HUD HϑHWWLYDPHQWH pesante: la situazione famigliare era terribile, con problemi di alcolismo, depressione e suici- di. Non parlava, ma sapeva parlare, si isolava. Lo incontravo una volta la settimana e durante i nostri appuntamenti parlavo solo io, stimo- lando talvolta una risposta. Dopo i primi incontri gli avevo chiesto un fa- YRUH GLUH LO PLR QRPH SULPD GL ¿QLUH LO FLFOR GL trattamenti. La penultima volta che si siamo incontrati gli ho detto: “Ciao F., oggi non ho una buona giorna- ta, ho bisogno del tuo aiuto”. Ho lavorato con l’impegno di sempre ed al momento dei salu- ti inaspettatamente mi ha dato un bacetto ed ha sussurrato il mio nome. Mi sono commossa perché anche se apparentemente sembrava GLVWDQWH QRQ OR HUD DϑDWWR KD PRVWUDWR XQD grande sensibilità. Era una persona speciale. Successivamente le educatrici mi hanno detto che aveva partecipato ad un gruppo di lavoro ed aveva sfogliato un giornale. Nel 2014 con il passaggio dei Ceod alle Co- operative, è ripresa la nostra attività presso i &HQWUL 'LXUQL & ' praticando lo Shiatsu agli ospiti disabili. $WWXDOPHQWH LO VHUYL]LR q VYROWR LQ GXH & ' XQR D 9HURQD H XQR D *DUGD Sono sette gli operatori che donano loro tem- po durante la settimana. La richiesta di trat- tamenti è in continuo aumento proprio per la capacità dello Shiatsu di creare un contatto HPSDWLFR FKH SRUWD DG XQ¶DSHUWXUD ¿GXFLRVD crea una relazione e permette al ricevente di vivere un’esperienza profonda di sé che porta al cambiamento, anche se tutto avviene spes- so in modo inconscio. f il rouge PROGETTO “Shiatsu nel Sociale” a Verona di Maria Luisa Bortolazzi

RkJQdWJsaXNoZXIy ODk0MDk=