Shiatsu News 52 giugno 2016
31 n. 52 - Giugno 2016 crede che possa essere sem- pre così. Infatti Richelmy dice che sarà splendida, sarà beata, quel ridere improvviso e infinito in un istante, il piccolo ambito terrestre, le ragazze di gioven- tù custodi e donatrici e il gusto dell’estate e della vita giunta al suo colmo. Pur non avendo mai vissuto ciò di cui scrive Ri- chelmy, posso comprendere la malinconia dell’anziano nell’ac- corgersi come tutto sia già pas- sato. Infatti la contro poesia sostiene che anche se t’accorgi dell’impermanenza e cerchi di fermare il tempo, quel tempo non può essere fermato. Solo il momento in cui si re- alizza il non tempo ci si può fermare ed entrare nel tempo eterno di cui parlano i maestri zen. Però gli esseri umani vor- rebbero fermare il ripetersi di orgasmi giovanili, non tanto in senso sessuale ma nel senso di esplosioni di contentezza che ci sono soprattutto in una certa età giovanile. Perché la natura giovanile è forte e t’illude che questo orgasmo possa essere allungato per sempre, che quei picchi di contentezza possano continuare a lungo nell’esisten- za, quasi da poterli fermare. Invece arriva il momento che si scrive con malinconia la poesia ricordando i giorni passati. Il tei- sho che si fa sulle poesie non vuole dare voti alle capacità poetiche dei poeti e tanto meno alla loro comprensione della realtà. Se ne parla qui perché, almeno a me che sono quel- lo che le sceglie, questa riesce a dare il senso del trascorrere, dell’impossibilità di fermare la gioventù e tutto il resto. E pro- prio nel sentire l’impermanenza non ci si può aspettare il vissero felici e contenti delle favole. Una volta tornati in città, se dopo qualche anno si tornerà nello stesso luogo con gli stessi amici coi quali si sono vissuti momenti così intensi, ci si accorgerà che non s’è riusciti a trattenere quei momenti felici. Nei koan come nei discorsi che si tengono qui, s’è spesso esa- minato il modo di porsi nei con- fronti del tempo. La distinzione fra il tempo che attiene agli oro- logi e ai calendari e quello di cui parla il maestro nel koan 82 di Hekigan roku, quando al mo- naco che chiede circa l’eterno Dharmakaya risponde: “I fiori sulla collina sono un tappeto colorato, le acque del fiume sono blu come l’indaco”. Si deve provare ad entrare in quel tempo che indica il mae- stro e una volta che si realizza l’eterno e indistruttibile Dharma- kaya, si può vivere impeccabili il tempo dell’orologio, del gior- no e della notte, dei calendari e delle scadenze da ottempera- re. Senza la comprensione del tempo eterno non si può gode- re il tempo di cui parla il poe- ta. Certo, i ragazzi di vent’anni hanno ben altro a cui pensare, nei loro corpi gli ormoni susci- tano quei desideri che la natura chiede che siano soddisfatti. E “ così vivono in un ambito diver- so, però illusi dalla natura che per perseguire i suoi scopi di mantenimento della specie li fa giocare come vuole. Fa loro credere che sarà sempre così, che una volta sposati, come nelle favole poi saranno felici e contenti. Poi passa il tempo e non essendo riusciti ad entrare nel tempo dell’eterno Dharma- kaya rimangono questi ricordi, questa malinconia, questa inaf- ferrabilità di quei momenti. Non essendo stati capaci di fermarli per trasportarli a lungo fino alla età avanzata. Ma è nella natura vivere da giovani quando si è giovani e poi cambiare con la maturità e la vecchiaia. Voler fermare il tempo della gioventù è contro la natura, oltre che impossibile. C’è chi ci prova, tingendosi i capelli, stirandosi la pelle, as- sumendo il viagra, i modi per illudersi di allungare la gioventù sono ormai tanti. Però è qualco- sa che si prende da fuori, men- tre se si accede al tempo eterno che fa dire al maestro che i fiori sulla montagna sono un tappe- to colorato, in quel momento si potrà vedere scorrere il tempo del calendario con tranquillità. È come se stessimo su una barca sul fiume: il fiume si muove, la barca pure ma noi siamo fermi all’interno della barca. caso n°9
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