Shiatsu News 48 giugno 2015
31 n. 48 - Giugno 2015 caso n°5 nulla, o vuoto come utilizziamo a proposito di MU. Perciò, il rag- giungimento di questo niente, che nella poesia sembrerebbe una negatività, come se non s’arrivasse da nessuna parte, significa che arriva nel punto più importante in cui si possa arrivare. Caproni afferma di an- dare tranquillo perché non tro- verà niente. Però è chiaro come finisce: la guida non mente. Così, anche per Caproni, il non trovare, o trovare niente ha un significato non negativo, ma si può accomunare a quello della nostra scuola di chi è arrivato al vuoto. Mentre una persona normale, che poi, come sono le persone che leggono le poesie di Caproni non lo so, alla prima impressione potrebbe pensare che c’è qualcosa che non va. Infatti, se la guida non mente perché sono arrivato in un luo- go che non trovo niente? La guida dovrebbe farmi arri- vare nel posto giusto, tanto che quando raggiunto il luogo dove è segnato l’albergo, che è il mi- gliore esistente, si sia tranquilli e si vedrà invece che assoluta- mente non si sarà trovato nien- te. Nel cappello è scritto che sia di carta o di carne e ossa, una volta che ci si è affidati alla gui- da si andrà sul sicuro. Affidarsi è il punto fondamentale, perché dipende sia da quello a cui ci si affida come pure avere fiducia. Sono due punti. È come uno che va con la guida che lo tiene legato come un ca- gnolino per farlo arrivare sulla cima della montagna riportan- dolo sano e salvo alla macchi- na, o al rifugio. Certo, sulla cima c’è arrivato, ma di suo a parte la fatica di camminare o arrampi- care, c’è stato poco: s’è affida- to e alla fine è davvero niente quello che ha trovato, cioè il niente di averci messo poco del suo. Manca la soddisfazione di esserci arrivato da sé. La diffe- renza fra l’affidarsi alla guida che ti porta e avere fiducia nella guida che ti indica la strada che porta da sé a vedere il niente, cioè il reale, è sostanziale. Allora si può leggere indica- zione sicura o bontà della gui- da, segua la guida punto per punto e poi la guida non mente non avrà trovato niente. Certo, la guida che porta in cima al monte Bianco col cliente legato dietro come un cagnolino non mente: ha fatto bene il proprio mestiere. Uno chiede di anda- re sul Bianco, trova la guida e quello ce lo porta. Lo stesso avviene se vuoi avere la tran- quillità della mente: c’è la guida che t’insegna come ottenerla. E così per il rilassamento, per l’energia che viene dal maestro carismatico che guarisce e fa i miracoli. Però a cosa conduce questo af- fidarsi se non a non tirare fuori la propria natura, ma lasciare che sia la natura del maestro, o della guida a cui ci si affida a decidere per noi? In italiano c’è il termine plagio quando ci si affida completamente. Pen- siamo ai tempi di Rajinish e a tanti guru simili. Chi voleva es- sere discepolo doveva dare tutti i suoi denari, oppure portare il cervello all’ammasso, tanto riu- sciva ad ammaliarli. Invece, la guida che non mente, questo lo facciamo nostro, della nostra scuola, è proprio quella che fa vedere il niente, cioè il MU del vuoto, della natura di Buddha. Cioè quella che permette di ve- dere il tutto. Che fa pensare al Virgilio che dice a Dante: “… perché pur diffidi, non credi tu me teco e ch’io ti guidi...”. Infat- ti, nell’ultima riga, che una volta affidati si dovrebbe andare sul sicuro, invece si arriva al niente. Per noi è un altro modo di dire sicuro, proprio perché realiz- zando il niente, s’è realizzata la realtà. Insomma la guida s’è comportata davvero da guida e non da autista di taxi o di pul- lman che trasporta le persone che s’affidano completamente. Invece, il momento che si vuole scalare una montagna, che sia il monte Bianco o ancora meglio la montagna della realtà, ovve- ro il miglior albergo esistente, che sarebbe lo zendo, vedrà che assolutamente lei non avrà trovato niente. È proprio così, perché se si vie- ne nello zendo di Zenshinji e si trova il niente è sicuro che la guida non mente, quella guida che afferma che in questo luo- go si accede all’illuminazione è una guida sincera. 8
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