Shiatsu News 45 settembre - ottobre 2014

Ovviamente questa non può essere una ricetta sempre va- lida, nello shiatsu non seguia- mo protocolli, ma sempre più spesso ci troviamo a confronto con un senso di incertezza, con un’autostima scarsa e corrosa, con modelli introiettati difficili da seguire e imperiosi. Ukè allo sbando, ukè frustrati, ukè che si sentono minacciati… insomma la sindrome da stress. Rafforzando l’interno, offrendo strumenti che il ricevente possa usare per consolidare un proces- so di riconoscimento di sé , di riappropriazione di parti di sé. Il trattamento shiatsu possiede già una funzione di specchio , che illumina le zone kyo, nascoste, rimos- se, nel rispetto della sensibilità di ukè. Al tempo stesso mette in risalto il modo con cui il ki positivo, le nostre strategie, o per dirla con Pauline Sasaki il ki antipatogeno : la nostra risorsa, o meglio il modo in cui poter sfruttare le nostre risorse, i nostri talenti, spesso poco considerati, certamente da rivalutare. Una delle chiavi importanti che possiamo offrire a ukè è entrare in contatto con il proprio respiro . Ansia, paura, affaticamento, stress, trauma, sono tutte situazioni in cui il respiro è la prima cosa che si blocca, a volte come congelandosi, oppure di- ventando affannato. Dopo il trattamento, possiamo chiedere a ukè, ancora tranquillamente disteso, di mettere una mano sul proprio hara, mettendo la nostra sopra la sua, e proporgli l’ascolto del respi- ro, della presenza del respiro . Inspirazione, espi- razione, che si andranno regolarizzando da sé. La consapevolezza del ritmo del respiro che ci accom- pagna, sentirlo fisicamente nel corpo, vuol dire po- terlo poi ritrovare, come un’ancora da gettare nei momenti tempestosi. Pos- siamo suggerire a lui, che quando sente montare la tensione, o la delusione, o altro stato emozionale non piacevole, può ritrovare la quiete appoggiando la propria mano sul corpo e ascoltare il respiro. “ Inspi- ro, espiro, questo è il mio re- spiro ”. Sarà come un ritorno a casa , dove la propria casa è dove siamo noi, quindi nel corpo, nel ritmo, nel fluire della vita. Hans Seyle, il neuroendocrinologo che coniò l’espressione stress, la presentò come la risposta naturale dell’organismo al cambiamento, il modo di adattarsi, quindi niente di negativo in sé, ma soprattutto mise in luce il fatto che ciò che è de- terminante è la risposta personale all’evento mi- naccioso o traumatico, il modo con cui viene inter- pretato. E questo per noi che facciamo shiatsu ci riporta alla funzione del Cuore – interpretazione del mondo – ed al tema di stare con il cambiamen- to, con il fluire del Ki: infatti, quando ci opponia- mo al movimento, l’energia ristagna e la disarmo- nia prevale. In questa ottica, lo stile di vita aderente ai ritmi della natura e della fisiologia, acquistano un valo- re essenziale da trasmettere ai nostri riceventi. Così tra un trattamento e l’altro, possiamo offrire degli spunti in questa direzione, non delle ricette, mantenendo quella visione ampia che abbiamo usato nella valutazione e nel trattamento, per po- ter offrire input significativi che accompagnino ukè fuori dalla stanza del trattamento. • n. 45 - Settembre 2014 NEWS 24 Lo stile di vita aderente ai ritmi della natura e della fisiologia, acquistano un valore essenziale da trasmettere ai nostri riceventi

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