Shiatsu News 41 settembre 2013

za dello shiatsu suscita nei no- stri riceventi. Le loro risposte sono tante e di varia natura, spesso non verba- li: sorrisi che si illuminano, oc- chi chiusi che riposano, disten- sione e rilassamento del corpo che comunica fiducia, voci che si acquietano, abbracci stretti che ringraziano… “Già finito!?” “Ma quando ne fate un altro?” “Grazie!” “Pre- go!” “… ancora un po’…” Alcuni di loro, senza dire nulla, si sdraiano di nuovo per riceve- re subito un secondo trattamen- to, altri si prenotano per il suc- cessivo incontro scrivendo data e nome su biglietti per non di- menticare. Ma la loro partecipa- zione più spesso si esprime nei gesti. Molti collaborano spon- taneamente ad allestire lo spa- zio, a preparare i materassini, ad adeguare le luci, a scegliere la musica. Col tempo si è stabi- lito un clima che ha facilitato il consolidamento di attenzioni ri- volte agli altri quali il rispetto dei turni e del silenzio; l’ascolto della presenza e dell’esperien- za; la collaborazione; l’intenzio- nalità di comunicare richieste e commenti. “Mi fa bene, mi sen- to piena di gioia…”, “oggi con te, perché hai le mani delicate”, “puoi toccare le schiena, che mi fa male qui?…”, “oggi non sto bene, preferisco fare musica...”. Per alcuni la nostra attività è confidenziale e profonda, anche a coglierne significati e sfuma- ture. E quindi raccogliamo pic- coli segni come comunicazioni significative quando D., timi- dissima, durante il trattamento spalanca gli occhi e dà una ca- rezza, quando L. si mette seduta e dice di non avere più giramen- to di testa, quando S., che par- la a volte in modo difficilmen- te comprensibile, già quasi fuori dalla stanza ci saluta scandendo bene le parole “shiatsu… bello… grazie…”, quando M. sospende la sua ansia e si concede silenzio e rilassamento… L’atmosfera che si crea custodi- sce la tranquillità di essere quel- lo che si è: con le lacrime che scendono, con le domande che sorgono, con la spensieratezza dell’abbandono, con saluti a vol- te lenti, a volte sfuggenti ma se- reni, di chi sa di rincontrarsi. Lo shiatsu è relazione che si esprime. È una possibilità di at- tingere alla vitalità e alle risorse che ci appartengono per rimet- terle in movimento naturalmen- te, con fiducioso rispetto del viaggio che ognuno di noi com- pie. È percorrere una via che aiuta a stare bene con se stessi e con gli altri ed insegna ad ac- cogliere e riconoscere quello che accade senza giudizio. Lo shiat- su in Associazione è un’espe- rienza speciale di vivere tutto questo e, se ha permesso ai no- stri riceventi di stare bene, a noi ha offerto la meravigliosa op- portunità di ampliare la nostra capacità di com-prendere . Non ho che da ringraziare tutti coloro che sostengono e che par- tecipano al progetto permetten- do, ogni volta, di ritrovare ar- monia e vitalità. • Francesca Morini Responsabile del progetto Operatrice shiatsu iscritta al registro della Federazione Italiana Shiatsu Insegnanti e Operatori n. 41 - Settembre 2013 NEWS SHIATSU E VOLONTARIATO 23 Nei riceventi ho notato nel tempo un aumento della capacità di leggere il proprio corpo e di riconoscere la propria condizione fisica del momento stata uno stimolo importante per aver voglia di uscire di casa ed incontrare le persone. Per al- tri un canale per imparare a ri- conoscere ed esprimere i pro- pri stati d’animo; a nominare le proprie parti del corpo o a muo- verle con sempre maggiore flu- idità. Considerazioni conclusive Quello che riceviamo in affet- to e spontaneità è accolto, vis- suto e restituito nei trattamen- ti, come sintesi di uno scambio che nasce prima e di una rela- zione che continua dopo. Nasce prima, nell’incontro che avvie- ne in apertura di cuore da par- te di operatori e riceventi, con la curiosità ed il coraggio di chi si esplora reciprocamente, metten- dosi in gioco. Buon inizio che condividiamo in gruppo ogni martedì matti- na, entrando in un ritmo rituale di saluto con il canto. L’incontro avviene già seduti in cerchio, e prosegue nella cura condivisa dello spazio; nell’ascolto dei de- sideri del giorno; nell’osserva- zione dei dettagli per compren- dere le difficoltà e sostenere le risorse. La relazione si intesse e si rigenera dopo ogni trattamen- to. Abbiamo imparato a ricevere come sorpresa ogni originalissi- ma risposta e, grazie ad un cono- scenza che si è fatta via via più

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