Shiatsu News 40 giugno 2013
ABCDEFGHILM 35 chi per confrontarsi con gli al- tri, per guardare le cose brutte e belle della vita senza lasciar- si sconvolgere da quanto l'esi- stenza presenta? Il maestro non è diverso dalla nonna, lo sa be- nissimo che per fare un figlio ci vogliono nove mesi. Così la nonna, che inizialmente spe- ra che la nipote si sposi, poi le mette paura e dice: "Sì, fai l'illu- minazione, ma i problemi non sono affatto finiti". Pur sapendo che i problemi non sono finiti, il maestro sa che realizzata l'il- luminazione, che per un figlio ci vogliano nove mesi o nove- cento anni non importa: è tut- to compreso nell'universo per- sonale. È soltanto realizzando l'assoluto che il relativo dei fi- gli, dei fidanzati e di tutti i pro- blemi, verrà affrontato nella giusta maniera. Il fondamento di tutto è realiz- zare l'assoluto. Esso è in un bat- tito di ciglia, e non alla fine di nove mesi. Nella nostra scuo- la s'insegna che non bisogna aspettare nove mesi o che l'albe- ro sia cresciuto: l'assoluto è già lì, e proprio come dice il mae- stro c'è soltanto da aprire gli oc- chi e vedere. La realizzazione non cambia il mondo in maniera diretta, cam- bia l'uomo al fondamento, così da essere una luce che lo attra- versa in maniera impeccabile per sé e per gli altri capaci di lasciarsi abbagliare. Sulla Poesia: Questo pomeriggio, alla fine dell'arrampicata, ci siamo fer- mati in un bar di Ferentillo. Mentre si beveva una birra ho visto due calendari che segna- vano ancora agosto. Certo, oggi è soltanto il primo di settembre e domani avranno già staccato i fogli del mese passato. Ma li ho notati perché, in casa, Kiyoka strappa le pagine dei suoi calen- dari prima che finisca il mese. Io aspetto la mattina del giorno dopo, e qualche volta dimentico pure di farlo. I calendari sono precisi, finisce un mese e biso- gna passare all'altro. È normale dire: "È già passato agosto, man- cano solo quattro mesi e sarà fi- nito un altro anno". Il tempo che passa, il corpo che invecchia, i capelli che imbiancano, le cose che si volevano fare e che anco- ra non si è riusciti a fare, sono nei nostri pensieri e nelle nostre chiacchiere. È normale, questa è l'esistenza in cui siamo im- mersi e col cambiare delle sta- gioni cambia il corpo di ogni essere. Però, un praticante, do- vrebbe sapere che il tempo non è soltanto quello dell'orologio, del calendario, della Terra che gira intorno al Sole, della Luna che gira intorno alla Terra. Così come gli alberi che mettono le foglie e poi le perdono. Il pra- ticante sa che tutti questi ci- cli fanno parte dell'esistenza, del nostro passaggio sulla Ter- ra. Ma è fondamentale vedere il tempo senza tempo, per esse- re in un tempo che non è lega- to nè all'orologio nè al calenda- rio. Perché è nell'istante in cui si parla, si mangia, si dorme e si cammina che dovrebbe essere il proprio centro. Guidando in autostrada si vedono i chilome- tri che passano e le varie uscite, ma si è immobili all'interno del- la macchina. Si può dire che in quell'immobilità non ci sia più età nè capelli bianchi e nemme- no un corpo che invecchia. Se si è completamente in quell'istan- te, pure se il tempo dei calenda- ri mette un po' di malinconia, è la malinconia che dà il gusto di scrivere una poesia. • n. 40 - Giugno-Luglio 2013 NEWS KOAN
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