Shiatsu News 49 Settembre 2015

6 n. 49 - Settembre 2015 Qi rapporto f ra gl i esser i zione unitaria dell’essere. Tutto ciò che è corporale è strettamente correlato al pensiero, alla coscienza, alla conoscenza… La conoscenza è propria dell’uomo che ha anche la IDFROWj GL GDUH XQ JLXGL]LR VX TXDQWR FRQRVFH E questa conoscenza può guidare il nostro qi a segui- UH O¶RUGLQH QDWXUDOH 4XHVWR UDIIRU]HUj OD QRVWUD ¿VL- FLWj WHVVXWL OLTXLGL VRVWDQ]H RUJDQL« H DOOR VWHVVR tempo potenzia e rende giusta la coscienza. Nei rapporti umani si tratta di capire se dobbiamo difenderci oppure costruire. È più importante nutrire la vita o combattere le malattie? Certamente è molto più interessante avere come concezione di fondo il nutrire la vita! Occorre mettersi in sintonia con il movimento della vita piuttosto che combattere la morte. È meglio difendersi contro le persone che ci vam- pirizzano o essere talmente forti da accoglierle e ODVFLDU ÀXLUH GD QRL O¶HQHUJLD GL FXL KDQQR ELVRJQR" L’importante è saper trattenere ciò che non deve uscire da noi, per non indebolirci. Molte persone non si rendono conto di che cosa o chi prende loro energia (altre persone o situazioni). Spesso non possiamo cambiare gli ambiti in cui vivia- mo o allontanarci dalle persone negative e quindi è meglio prendere coscienza e nutrire in sé la vita. Se i VRI¿ VRQR VHPSUH SL UDGLFDWL LQ SURIRQGLWj GL- venteremo capaci di nutrire la vita. I VRI¿ difensivi wei qi fanno in modo che il nostro equilibrio non venga perturbato ma non si accanisco- no contro qualcosa. Bisogna aprirsi all’altro in una prospettiva di scam- bio. Come gestire questa relazione di scambio? Sempre nella trasformazione. L’armonia è sempre una trasformazione, quella di oggi non è quella di domani, non è mai statica. 2FFRUUH DYHUH XQD YLWD LQWHULRUH ³JLXVWD´ FLRq OHJDWD alla potenza dei VRI¿ difensivi. È importante sapere che non solo le altre persone possono prenderci il qi , ma che nei rapporti riceviamo il qi degli altri e che a volte questo è così negativo che ci può intossicare. Anche nel trattamento possiamo ri- cevere delle tossine e perciò bisogna seguire un rituale per liberarsene, per esempio lavandosi le mani con l’acqua fredda. Non è l’acqua fredda in sé che FL OLEHUD GD TXHVWD QHJDWLYLWj PD q XQ gesto che ci permette di liberarci di qualcosa; occorre, infatti, fare qualco- sa per ritrovare l’equilibrio in sé. I guaritori fanno tutti dei rituali; ci vuole un gesto per guarire. Non è superstizione, ma è necessario che si compia un gesto perché avven- ga un cambiamento. Attraverso un rituale il guaritore ritrova il proprio equilibrio. Anche noi dobbiamo ricer- care dei rituali che ci permettano di ritrovare il nostro personale equilibrio. Anche nella preghiera c’è un atteg- giamento corporale preciso e profon- do: il corpo vi partecipa come il cuore e la mente. C’è sempre una partecipazione del corpo a quello che si sente e si fa. Il corpo non è mai isolato da tutto il resto. Ho un corpo e sono il mio corpo. Io sono il mio cuore, la mia anima, sono quello che faccio e senza un corpo non c’è pensiero. Senza la mia LQWHULRULWj QRQ VDUHL XQ FRUSR XPDQR ‡ Un particolare ringraziamento a Fabrizia Berera per la sua consueta gentilezza e disponibilità, ed a Valeria Vismara per la traduzione.

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