Shiatsu News 46 dicembre 2014

LA PARTE E IL TUTTO a cura dell’Istituto Culturale FISieo Logo di Monica Borio n. 46 - Dicembre 2014 NEWS 6 XXVI CONVEGNO NAZIONALE DELLA FEDERAZIONE ITALIANA SHIATSU INSEGNANTI E OPERATORI Genova, 24-26 aprile 2015 N on c’è, crediamo, nessuno o quasi, nel mondo del- lo shiatsu di cui facciamo parte, che non definisca o non in- tenda lo shiatsu come una discipli- na “olistica”. Una disciplina, una pratica, un’arte cioè, che coltiva un approccio alla persona con l’intento di prenderse- ne cura nella sua interez- za , con l’aspirazione a realizzare una modalità di conoscenza e di relazione più integrata, più armo- nica, più rispettosa della comples- sità, della qualità di soggetto uni- co, che sta dietro a quella specifica persona che ci sta chiedendo un trattamento per…unmotivo, una situazione, un disagio, una soffe- renza che è la sua propria di quel momento, della sua propria vita. Il tema del convegno verte su que- sti aspetti che a noi, e crediamo anche a voi, risuonano molto, nel senso che, se ci soffermiamo a pen- sare a ciò che facciamo, all’espe- rienza concreta, è abbastanza facile avvertire che il tema del rapporto tra la parte (quello che la persona ci segnala, i famige- rati “sintomi” per esempio) ed il tutto (l’essere umano che essa è – e che anche noi siamo) è un tema e un problema su cui facilmente, soprattutto all’inizio del nostro percorso, impattiamo, ci confon- diamo, soffriamo, sperimentiamo, per comporlo poi nella risposta operativa che andiamo a fare. Una magnifica fonte di perplessità che ci costringe ad evolvere, a non ri- manere fermi. Dettoquestononpossiamodimen- ticare che è sostenuta e sostenibile anche la visione opposta, che rin- traccia e trova “rappresentato” il tutto proprio nella parte. Che altro sono se non questo l’Anpuku e la stessa “presa” in hara del kyo- jitsu? Su questo sfondo di “intero” , che di solito sintetizziamo come “corpo mente spirito” , e che rap- presenta per noi tanto un impe- rativo epistemologico quanto un imperativo di etica professionale, impariamo a e ci impegniamo a ri- collocare ogni volta quella/quelle manifestazioni che, segnalate dal ricevente o evidenziate nella valu- tazione, ci appaiono più significa- tive, ci “attirano”. Questo “intero” di corpo mente spirito è per noi descritto e spiegato in modo con- vincente – e affascinante – nella concezione energetica tradiziona- le orientale (sino-nipponica, con contributi coreani e indiani). Abbiamo fatto un esempio, ma esistono nello shiatsu molti altri aspetti in cui vale la pena esplora- re la dialettica tra “la parte” e “il tutto”. Le relazioni del convegno ne offriranno alcuni interessanti e utili approfondimenti sia teori- ci che pratici. Anche dell’altro tema, “sem- plicità e complessità nello shiatsu” , possiamo dire che un immediato assenso interno sorge spontaneo alla sua sola enuncia- zione. Anch’esso sembra trovare immediata eco nella nostra concre- ta esperienza di operatore, opera- trice. Anche qui un esempio di si- tuazione e di vissuto d’esperienza tra, crediamo, i più comuni e con- divisi: la semplicità dell’atto pres- sorio (ma anche della sequenza di atti pressori che un trattamento è) e la complessità di ciò che vi sta a monte, di ciò che succede in ri- sposta, di ciò che avviene dopo . Complessità non del movimento che si produce, ma della sua com- prensione. È semplice la vita? In fondo è con essa che noi aspiriamo ad avere a che fare attraverso lo shiatsu. • Complessità e semplicità nello shiatsu

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