Shiatsu News 46 dicembre 2014

del soffio . Proviamo con un esempio: se qualcuno lamenta un dolore all’articolazione della spalla, e una conseguente difficoltà a muovere il braccio, occorrerà cercare sulla spalla i punti che risultano più dolenti alla pressione e poi soffiarli, ripenten- do più volte (tra 20 e 30 volte) i cicli di ventuno soffi, il tutto quindi fa 500/600 soffi circa. A prima vista l’idea può forse spaventare un po’, ma nel- la pratica si fa tutto più semplice. Ho anche vi- sto Muhen utilizzare il suo metodo non solo per problemi di dolori ma per situazioni più pesanti e complesse , e il principio di cercare nell’area del corpo in sofferenza i punti di maggior dolenzia è un criterio al quale egli non è mai venuto meno. Aggiungo infine che più volte l’ho visto utilizzare anche i punti classici della Medicina Cinese, pur senza farne esplicito riferimento. Questa possibili- tà di utilizzare, naturalmente avendone una certa dimestichezza, gli agopunti stimolandoli con la tecnica del soffio è qualcosa che ho sempre trovato molto interessante e che uso da tempo come una sorta di tecnica complementare, accompagnando con buoni risultati i miei trattamenti shiatsu. Oltre a questi criteri devo dire che il MaestroMuhen si lasciava anche molto andare all’improvvisazione (mi si passi il termine). Voglio dire che quando si trovava di fronte a un problema, oltre a lavorare se- condo schemi che erano frutto di un ragionamento si muoveva anche secondo le intuizioni del mo- mento. Qualche volta ho parlato di questa modalità definendola “sciamanica”, ma senza l’intenzione di darle chissà quale significato esoterico. Credo che a ciascuno di noi che lavora con lo shiatsu sia capita- to almeno qualche volta di lavorare non seguendo uno schema razionale ma lasciandosi trasportare “dove porta il cuore” (piuttosto che la mente), per usare un’espressione divenuta ormai classica. Que- sto solo per aggiungere che Muhen, grazie alle sue esperienze accumulate nella terapia ma probabil- mente anche grazie a tante altre cose, tra le quali non ultima la sua vita di uomo di fede, aveva anche di queste storie. Ho seguito ininterrottamente, per circa quindici anni, il Maestro Muhen dal nostro primo incontro a Salsomaggiore fino al momento della sua morte, avvenuta all’età di 91 anni nell’ot- tobre del 2000, all’ospedale di Tolone, nel sud della Francia dove risiedeva negli ultimi anni. Sono stati anni particolarmente importanti e intensi della mia vita. Ho imparato direttamente da lui la “Terapia del Soffio” lavorando insieme, fianco a fianco cen- tinaia di volte. Ma non ho ricevuto solo l’opportu- nità di conoscere la terapia, mi ha insegnato anche molto altro ed ho potuto apprezzare la sua visione della vita. Di questa lunga esperienza ho scritto in un libro uscito lo scorso anno 4 , dove, oltre a descrivere la sua terapia e il modo di applicarla, ho parlato a lungo del suo insegnamento come monaco e ma- estro zen. Di scrivere di lui e della sua terapia me l’aveva richiesto espressamente più di una volta. Da bodhisattva qual’era Muhen ci ha lasciato in eredità il dono della sua terapia ma non ha man- cato di lasciare, tra le altre cose, anche un mes- saggio che ritengo forse ancora più importante. È riassunto in una sua calligrafia che mi diede qualche mese prima di morire. Era mio ospite a Monza e mi chiese di fargli avere dei fogli di carta. Cominciò con dei disegni a china (devo dire che era piuttosto bravo), poi mi fece quella calligrafia. Gli chiesi il significato di quei due kanji 5 che aveva riprodotto e lui mi rispose che significava “essere liberi da ansie e timori”. La traduzione che mi diede allora era alquanto libera, infatti la calligrafia, che si legge Bu-Ji , nel- la sua traduzione letterale significa “senza cose”. In Giappone è un messaggio di buon auspicio e l’augurio è di non avere pesi da portarsi nel cuore. Pesi che sono spesso inutili e che nella nostra vita non fanno altro che appesantirla ed annebbiarne il senso più autentico. L’insegnamento di Muhen in fondo era proprio anche questo: affrontare la vita con leggerezza e con generosità senza porre limiti all’esistenza. Per lui non era solo una teoria, per tutta la sua vita era stato proprio il suo modo d’essere. Da autentico “Buddha della Compassione”, oltre a praticare la sua terapia, aveva sempre cercato di insegnare an- che questo come un presupposto importante per la liberazione e la salvezza. • n. 46 - Dicembre 2014 NEWS SHIATSU E… 11 4 “Il Libro dei Soffi – La via di guarigione del Maestro Inoue Muhen”, Bellavite Editore, 2013. 5 Kanji è il nome giapponese dei caratteri di scrittura d’origine cinese, i cosiddetti ideogrammi. L’insegnamento di Muhen in fondo era proprio anche questo: affrontare la vita con leggerezza e con generosità

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