Shiatsu News 46 dicembre 2014
da sole, ma colpiva comunque molto questo suo modo libero e leggero di affrontare la vita. Così come impressionava fortemente vedere la sua di- sponibilità a spostarsi ovunque per il mondo pur di aiutare le persone nella loro sofferenza, senza mai porre un limite alla compassione o un confi- ne ai luoghi dove recarsi quand’era richiesto. In questo suo modo d’essere e di comportarsi egli ri- spondeva fino in fondo al nome che a suo tempo gli aveva assegnato quel suo vecchio maestro. Un maestro che conosceva bene il cuore del discepolo. Muhen, per come molti lo abbiamo conosciuto, era quindi un autentico bodhisattva che per tutta la sua vita ha incarnato questa figura di Buddha compassionevole . Ogni volta che parlava della sua terapia, presentan- dola in occasione di conferenze o di brevi seminari dove la insegnava, amava dire che era molto effi- cace e che non aveva particolari controindicazioni. Aggiungeva poi, e questo è importante, che non solo tutti potevano riceverla, ma che tutti poteva- no anche praticarla con facilità. Proprio per questa ragione teneva spesso, in giro per tutta Europa, dei seminari dove era contento di insegnarla. In effetti imparare la “Terapia del Soffio” non è par- ticolarmente difficile, almeno per quel che riguarda la tecnica del soffiare. Nell’esperienza che ho potu- to fare io stesso, le volte che ho tenuto dei seminari, mi sono accorto di come le persone in poco tem- po (in genere in una giornata di 6/8 ore) riescano ad apprenderla senza troppe difficoltà. Le cose da dire nel merito non sono molte: la prima è che l’ap- plicazione va fatta sulla cute libera da indumenti, con l’avvertenza di porre un piccolo asciugama- no di spugna (o qualcosa di analogo) tra le nostre labbra e il punto da soffiare, in modo da evitare qualche fastidioso effetto dovuto alla condensa. La distanza tra le labbra ed il punto dovrebbe essere (in genere e quando possibile) piuttosto ravvicina- ta, vale a dire qualche millimetro. L’indicazione di Muhen era quella di soffiare con un certo ritmo (ciascuno troverà il proprio) ripetendo più volte dei cicli di ventuno soffi cadauno . La cosa si fa invece un tantino più complessa nell’imparare a scegliere quali punti del corpo an- drebbero soffiati per intervenire sul problema che la persona lamenta. Anche qui però esiste un prin- cipio molto semplice al quale il Maestro Muhen si atteneva sempre e che raccomandava di rispettare ogni volta che ci si accinge ad applicare questo me- todo. L’indicazione di base è di trovare nell’area di sofferenza uno o più punti che sono dolenti alla pressione , una volta trovati applicarvi la tecnica n. 46 - Dicembre 2014 NEWS 10
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