Shiatsu News 35 marzo 2012

Fisioterapista, pratica shiatsu fin dal 1979. Dal 197p all’81 training nel metodo Namikoshi con Lilli Reiser a Berlino. Dall’80 all’85 training con l’Istituto Ohashi di Berlino a New Yor. Dall’85 all’89 istruttrice certificata Ohashiatsu con incarichi di insegnamento internazionale. Dal 90 cofondatrice e insegnante dell’Europian Shiatsu Institute. Dal 1982 studia con Akinobu Kishi e tra l’85 e il 2004 con Pauline Sasaki e Cliff Andrews. Ha una esperienza specifica in Spyral Dinamics, Feldenkrais, Danza Butho, Movement Awareness e Breathworks. Vive ed esercita Shiatsu a Monaco (De). Il suo profondo interesse nello shiatsu è di entrare in risonanza con l’interno della persona, il suo movimento vitale e le sue risorse. Entrare in contatto con lo “Spazio di mezzo” sembra dare la possibilità di entrare in comunicazione con le cellule, l’anima e lo spirito della persona. Assisto e sono testimone del processo di riconoscimento, consapevolezza e integrazione. Abstract: Contatto ed empatia L’essenza dello Shiatsu è un tocco aperto e accogliente per entrare in risonanza con l’energia vitale della persona. Il tocco è primario, originario e universale. La maniera in cui nutre e si prende cura conduce ad un contatto con se stessi e con gli altri. Una mano che è accettante che offre che invita guida segue, si appoggia, mantiene… incoraggerà la fiducia nel momento presente nello specifico luogo di dolore o tensione o paura o bisogno o piacere. Il tocco sa di che cosa si tratta. La vita nella sua profondità e ricchezza può mostrarsi solo quando le è concesso dello spazio. Lo shiatsu è un altro mezzo per mettersi in relazione gli uni con gli altri. Ci ricorda la relazione madre bambino senza però ruoli fissi. Le nostre mani possono essere le mani innocenti e spontanee di un bambino, dimentico di sé, curioso, giocoso, privo di attaccamento. Mani così non sono importanti, sono vuote. Respirano. Con empatia e Kokoro, lo spirito del cuore, riconosciamo e ci rendiamo conto della natura della persona attraverso il nostro tocco. In questo istante non siamo separati. 7 n. 35 - Marzo 2012 NEWS Shantena Augusto Sabbadini è fisico, filosofo e insegnante. Ha lavorato come fisico teorico all’Università di Milano e all’Università di California, dove ha contribuito alla prima identificazione di un buco nero. Negli anni ‘90 è stato collaboratore scientifico della Fondazione Eranos (Ascona, Svizzera), un centro di studi Oriente-Occidente fondato da C.G. Jung negli anni ‘30. Attualmente è direttore associato del Pari Center for New Learning, un centro di insegnamento e ricerca interdisciplinare situato nel borgo medievale di Pari, in Maremma. È particolarmente interessato ai problemi legati a mente, materia, coscienza e alle tradizioni di saggezza orientali. Ha tradotto l’ I Ching , il Tao Te Ching e sta attualmente portando a termine una traduzione del Chuang Tzu . Conduce seminari su fisica e coscienza e sull’uso dell’ I Ching come strumento di autoconoscenza. Abstract: MADRE TERRA - materia e coscienza in Occidente e in Oriente La radice del termine “materia” è la stessa di “mater”, è la nostra Madre Terra. Nelle culture antiche e primitive il concetto di materia come inerte sostanza governata da leggi meccaniche, dominante nella nostra cultura scientifica attuale, non esisteva. La materia era veramente “mater”, il cosmo era concepito come un organismo vivente, la coscienza permeava ogni cosa, dai corsi d’acqua agli alberi e alle stelle. Come si è passati da questa concezione organica del tutto al riduzionismo delle scienze fisiche e biologiche contemporanee? Un passaggio importante indubbiamente è stata la separazione di mente e materia per opera di Cartesio. Ora un curioso paradosso è il fatto che gli sviluppi ultimi della fisica che è nata da quella separazione portano a metterla in dubbio: il concetto di materia come cose, come “realtà oggettiva”, esterna e indipendente da una “realtà soggettiva”, da una mente si rivela inadeguato. Il problema del rapporto soggetto-oggetto si trova a dover essere riformulato in termini radicalmente nuovi. Radicalmente nuovi? Sì, ma anche per un verso radicalmente antichi. Vorrei proporre un confronto fra l’immagine del mondo suggerita dalla fisica quantistica e un testo vecchio di oltre duemila anni, il Tao Te Ching di Lao Tzu. Curiosamente il linguaggio di questo testo tanto lontano da noi nel tempo e nello spazio sembra più adatto ad abbracciare la realtà che la fisica quantistica ci mostra del nostro linguaggio riduzionista attuale. PIA STANIEK SHANTENA AUGUSTO SABBADINI

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