Shiatsu News 32 giugno 2011

35 commissione esami Sull’importanza di come formulare le domande agli esami e la differenza che fa A cura di Maria Silvia Parolin e Andreana Spinola “Parlami delle caratteristiche del sistema Masunaga”– chiede Andreana a M. che sta sostenendo la parte teorica dell’esame finale shiatsu. M., che pure ha una formazione secondo il sistema Masunaga, si impappina, rimane stupita, comincia ad arrampicarsi, cerca risposte che non trova, arriva infine ad accennare ai meridiani senza nominarli. Più di là non va. Un’ora dopo, di ritorno a casa in vespa e insinuandosi fluida come acqua in vicoli e traffico, Andreana approfitta di un sosta forzata ad un semaforo per dire -“Sono delusa, mi aspettavo di più da M.!” Dal sedile posteriore dov’è appollaiata, Silvia, che era compresente all’esame, si sporge in avanti –“ E’ la domanda che è mal posta. La mia esperienza nella Commissione Esami FIS è che ad una domanda così posta si ricevono di solito e al massimo risposte scolastiche. La domanda dovrebbe essere invece ‘Quali sono i principi che caratterizzano il tuo shiatsu’. Perché, secondo me, a meno che non abbia ricevuto una lezione precisa che ha identificato ed esposto ciò che caratterizza storicamente lo shiatsu Masunaga e lo differenzia da altri stili, uno non può, oppure ha difficoltà a stabilire un collegamento tra i due piani, quello della sua esperienza e quello storico. Ha difficoltà a riconoscere i propri in quanto principi di Masunaga. Il suo percorso mentale è piuttosto: quelli che ho imparato sono i tal principi e sono quelli dello shiatsu Masunaga, e non viceversa”- Andreana, spericolata, non attende il semaforo successivo per ribattere –“Eh no, non sono d’accordo. E’ importante conoscere e quindi saper riconoscere come identificativi gli strumenti che si usano. Non è necessario procedere per ‘differenza da’, si può conoscere per ‘appartenenza a‘, semplicemente descrivendo e riconoscendo quello che si fa. Allo stesso modo se pratico un tipo di yoga sono in grado di descriverlo anche se non ne so parlare storicamente.” Silvia aspetta solo il tempo di un pericoloso sorpasso poi riproiettandosi in avanti per farsi sentire sopra il rumore e oltre i caschi “Vedi che ho ragione che la questione è nel come è formulata la domanda. Se la domanda avrà una forma didascalica avrà una risposta didascalica oppure un silenzio e in ambedue i casi l’interesse è scarso.” E Andreana risolutiva “Mentre se la formulazione ha un carattere più esperienziale tipo ‘cosa caratterizza lo shiatsu che pratichi’ oppure ‘cosa è per te importante’ o anche ‘con quale principio o caratteristiche ti trovi maggiormente in sintonia’ la risposta sarà sicuramente più ricca perché avrà lo spessore della pratica.” Di questo scambio c’è una piccola coda conclusiva più tardi quando sedute al bar, si cerca di ricostruirne i passaggi a beneficio di Shiatsu News. Silvia “Ciò non toglie l’utilità di una conoscenza storica. Sapere da dove veniamo, in quanto operatori shiatsu. E comunque hai tutto il diritto ad essere delusa.” Andreana “Eh si! Il punto è sempre trovare la giusta combinazione tra accademia ed esperienza, la solita questione di compresenza. Compresenza compresenza non se ne può proprio fare senza”

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