Shiatsu News 32 giugno 2011

311 2. Quali significati ci vengono dunque suggeriti dalla definizione giapponese? C’è qui qualcosa della stabilità, della tranquillità, del sentimento di sicurezza evocati dall’immagine di presenza femminile in uno spazio riparato, familiare, dove le cose si svolgono e si succedono con una loro rassicurante regolarità e i ruoli sono chiari. Tale percezione di stabilità, di essere al sicuro, arriverà al ricevente tanto dalla padronanza/sicurezza del proprio corpo che l’operatore ha acquisito con la pratica, quanto dalla decisione, dalla fermezza, dalla calma determinazione interiore che abitano il suo agire. A loro volta esse favoriscono nell’operatore la sua capacità di ascolto e risposta. In estrema sintesi direi: pressione che si mantiene stabile/ferma nel mentre che dura nel tempo. La traduzione “Pressione mantenuta e costante” appare dunque adeguata nella sua concisione. 3. In uno scritto raccolto in “Shiatsu et Médecine Orientale “ Masunaga osserva che il tracciato col kymografo del tipo di pressione propria dello shiatsu, è caratteristico e difforme da quello di curva ondulata proprio ad esempio dell’Anma, del Massaggio o dell’Appaku. Tuttavia il tracciato della curva di operatori di Anma etc. esperti è più regolare, con effetti più vicini a quelli dello shiatsu. Quanto agli effetti “Si l’on exerce la pression verticale ou la pression continue, qui sont le deux principales formes de pression du Shiatsu, une telle sensibilité à la pression (la sensibilità differenziata, associabile al simpatico) se trouve immédiatement neutralisée.” “la pression large et continue… est recue au niveau de la sensibilité primitive” (pag.60-64) 4. Questa stabilità, questo senso di sicurezza, non è però qualcosa di statico né di puntuale. E’ infatti inestricabile da una sensazione sottile, una sensazione temporale del perdurare di qualcosa che fluisce rimanendo però riconoscibile, in legame di continuità con sé stessa, come lo scorrere di un filo nella mano che lo tiene, o come il trascorrere regolare delle onde del mare. E’ il tempo nella sua dimensione di durata e di ritmo (della pressione). Di più. Faccio l’ipotesi che ciò con cui abbiamo a che fare attenendoci a questo principio, un carattere importante dell’esperienza cui dà luogo, (sia nell’operatore che nel ricevente, ma specie in quest’ultimo) sia il fatto che consente l’accesso alla dimensione della Temporalità (il principio di perpendicolarità mi sembra piuttosto invece avere a che fare con la Spazialità, tenendo però presente che spazio e tempo sono separabili solo in quanto categorie del pensiero). Il Tempo non è qui quello dell’orologio, il tempo convenzionalmente misurabile e misurato, bensì piuttosto il tempo esperito, soggettivo, vissuto. Abbiamo tutti esperienza diretta di quanto elastica possa essere la percezione soggettiva della dimensione temporale. Un’ora che non passa mai, una giornata che finisce in un attimo. Nella dimensione della Temporalità cui si accede, passato, presente, futuro sono tutti compresenti, sincronici e mescolati. Un evento, una emozione del passato può affacciarsi alla coscienza ed alla consapevolezza efficace divenendo un “ora”, se richiamato dalla giusta pressione, dai giusti tsubo, dal giusto ritmo, insomma dal coincidere di precise qualità – pressione “mantenuta e costante” noi diciamo, ma anche perpendicolare, rilassata, concentrata etc. – tali da generare una sensazione di sicurezza e di agio, di apertura al proprio vissuto e alla relazione. La regolarità tranquilla diventa, per chi riceve, un “riconoscersi”, quasi un “ essere a casa”. 5. Che la durata della pressione sia di 7, 5, 2 secondi, è cosa in tal senso non prescrittiva ma piuttosto indicativa, didattica. Può per esempio essere presente una qualità intensa di stabilità e di determinazione, con tempi di mantenimento rapidi, oppure al contrario. E tuttavia una durata c’è, ha da esserci, se pensiamo a cosa differenzia lo shiatsu da altre tecniche, come Masunaga ha più volte sottolineato e spiegato nei suoi scritti. Soltanto non la si può “quantificare” a priori ma solo “qualificare”, essendo essa da un lato un che di interno alla relazione quell’operatore - quel ricevente, una sua espressione, dall’altro e contestualmente, elemento consonante con la variabile qualità di altri compresenti elementi come appunto stabilità, perpendicolarità, profondità etc.. Questo principio comunque è meglio compreso se lo pensiamo e lo riferiamo sì alla pressione singola ma in primo luogo a quel processo pressorio che è il trattamento. Processo che è una relazione. E’ lì che la sua funzione contribuisce a generare quegli effetti che rendono specifico lo shiatsu.

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